Comunità ecuadoriana di Milano

Scheda redatta da Donatella Ferrario

Esistente dal 1998

Religione
cattolica

Uno Stato giovane: l’Ecuador è nato il 14 agosto 1830 a Riobamba, luogo della prima assemblea costituente convocata dal generale venezuelano Juan José Flores, primo presidente della Repubblica dell’Ecuador, così come è giovane la sua migrazione, sia per data di inizio che per età anagrafica di chi lascia il Paese in cerca di condizioni di vita migliori.

Una storia contrassegnata dall’impero Inca, che si insediò nella zona andina, risparmiando l’Amazzonia ecuadoriana perché ritenuta sacra, luogo in cui si situava la Terra promessa e in cui ci si recava per reperire erbe medicali. Gli spagnoli, con Francisco Pizarro, arrivarono nel 1526, trovando una terra devastata dalle guerre civili. La popolazione indigena contava agli inizi circa 350.000 abitanti: bastarono pochi anni perché i conquistadores divenissero la maggioranza, con una popolazione decimata anche per le malattie portate dagli spagnoli. Il 10 agosto del 1809, data ricordata e celebrata anche oggi con il nome di “el Primer Grito de Independencia”, scoppiò a Quito la ribellione contro gli spagnoli guidata da Juan de Salinas che instaurò una Giunta suprema provvisoria.

L’Ecuador deve il suo nome alla vicinanza con la linea equatoriale, che passa vicino alla capitale, Quito, situata a 2.800 metri sul livello del mare, adagiata su un altopiano a ridosso del vulcano Pichincha. Un Paese dal patrimonio naturale eccezionale: è uno dei diciassette al mondo con la maggiore biodiversità. Confina con due soli Stati, il Perù e la Colombia, e vanta più di 2.237 chilometri di costa bagnata dall’Oceano Pacifico. Viene suddiviso in quattro regioni dalle caratteristiche diversissime: la costa; la sierra, con vulcani attivi; l’Oriente, che comprende le pianure del bacino del Rio delle Amazzoni a est delle Ande, che rappresenta quasi il 50% della superficie dell’Ecuador: una fitta foresta pluviale abitata solo dal 5% della popolazione totale; infine la regione insulare, con le isole Galápagos, situate nell'Oceano Pacifico a quasi 1.000 km dalla terraferma, definite da Charles Darwin il “centro della creazione”.

L’Ecuador è tra i primi produttori mondiali di banane, ma anche di caffè, cacao, canna da zucchero, crostacei delle Galápagos, rose. Nella parte settentrionale dell’Oriente sono sfruttati i giacimenti petroliferi, collegati tramite oleodotto con Esmeraldas.

La popolazione è formata per il 30% da nativi (amerindi), da meticci (42%), seguiti da bianchi (11%), 5% neri e, infine, da una piccola minoranza asiatica. Gli ecuadoriani parlano spagnolo, alcuni anche quechua, la lingua nativa; professano il cattolicesimo, mentre una piccola minoranza è protestante.

La migrazione inizia dal 1998: ma è il 2000 l’anno che sancì lo stato di crisi con la caduta del prezzo del petrolio, i legami del governo con banche corrotte, la scomparsa della moneta locale, il sucre ecuadoriano, a favore del dollaro statunitense. Gli ecuadoriani emigrarono negli Stati Uniti, in Spagna e in Italia. La prima meta di destinazione italiana fu la Lombardia, con il 45,1% delle presenze, seguita da Liguria e Lazio. Complessivamente l'81,5% dei residenti ecuadoriani è presente nel Nord Italia. Una migrazione soprattutto femminile, che trova lavoro nei servizi alla famiglia - come collaboratrici familiari, badanti - e poi, raggiunta una certa stabilità economica, seguita da ricongiungimenti familiari.

Sfilata della fratellanza (foto di Donatella Ferrario)
Sfilata della fratellanza (foto di Donatella Ferrario)

 

A Milano la comunità è ben insediata: si raduna nelle chiese la domenica e i giorni festivi, tra cui, centro importante, la chiesa di Santo Stefano, si struttura in associazioni per la tutela dei lavoratori, associazioni culturali e di sostegno.

A Milano (e a Genova) è stata aperta la scuola Fe y Alegría - la cui sede principale è a Quito - che segue i ragazzi dalla prima media a tutto il liceo, con programmi che ricalcano il sistema scolastico ecuadoriano anche nel calendario.

Molto attivo è il Consolato: oltre a fungere da luogo in cui svolgere le pratiche amministrative, si affianca in casi di vulnerabilità, grazie a un centro psicologico con professionisti che coadiuvano coppie in difficoltà e donne maltrattate. Hanno creato un centro donne che si propone di aiutare le connazionali a raggiungere l’indipendenza economica e una maggior consapevolezza di sé.

Il Consolato è anche in prima linea nell’organizzazione di eventi culturali all’insegna della multiculturalità, nella preparazione della Sfilata della Fratellanza, nata nel capoluogo lombardo nel 2009, in occasione del bicentenario del Primo Grido di Indipendenza dell’Ecuador. Si calcolano, ogni anno, circa ventimila spettatori, tra milanesi, ecuadoriani e sudamericani in genere, che provengono un po’ da tutta Italia. Carri allegorici, spesso simboleggianti le regioni dell’Ecuador, sfilano per le strade di Milano, accompagnati da gruppi di ballerini e musicisti nei costumi tipici.