Ricovero di Mendicità

Scheda redatta da Daniela Bellettati

Ricoveri e convitti

Denominazioni
Dal 1815 al 1869, Pie case d’industria e di ricovero
Dal 1922 al 1930, Casa di ricovero per inabili a lavoro del Comune di Milano
Dal 1930 al 1952, Casa di ricovero Principi di Piemonte per inabili a lavoro del Comune di Milano
Dal 1952 al 1966, Istituto per inabili a lavoro di Milano

Sede
Ex convento degli agostiniani in San Marco (1861 - 1922)

Sede
Ex ospedale dei pazzi in San Vincenzo in Prato (1861 - 1869)

Sede operativa
Senavra (1880 - 1922)

Il Ricovero di Mendicità di Milano costituì una entità assistenziale autonoma solo a partire dal decreto reale 7 luglio 1869. Fino a quella data furono le Pie case d’Industria e di ricovero a svolgere per molti anni, dal 1810, le funzioni di accoglienza e assistenza ai mendicanti, fornendo, nelle stesse strutture in cui erano organizzati i laboratori per i disoccupati, un ricovero per la notte agli intervenienti ai lavori che non avevano casa.

Falegnami nel laboratorio del Ricovero di mendicità, anni '20 del Novecento (Archivio ASP Golgi-Redaelli, Milano)

L’attività di ricovero si incrementò nel corso del tempo e divenne poi prevalente su quella lavorativa, anche in seguito all’inasprirsi delle sanzioni governative contro l’accattonaggio. I mendicanti erano accolti in due strutture: a San Marco, presso l’ex convento degli agostiniani gli uomini, mentre nel vecchio ospedale dei pazzi di San Vincenzo in Prato lo spazio era inizialmente condiviso tra maschi e femmine, per poi essere dedicato esclusivamente alle donne. Il numero dei ricoverati crebbe costantemente, costituendo un peso economico molto gravoso per i Luoghi Pii Elemosinieri che ne sopportavano quasi interamente il carico.
La situazione mutò con l’emanazione della nuova legge di pubblica sicurezza del 13 giugno 1859, in ottemperanza alla quale il Comune di Milano fu costretto a dotare la città di un ricovero coattivo per i mendicanti. Fu aperto cosi, il 1° febbraio 1861, un Ricovero di mendicità provvisorio, utilizzando di fatto i locali delle due sedi delle Pie case d’Industria. A San Marco, in un locale attiguo al ricovero già esistente, furono collocati 100 letti per ricoverati uomini a carico comunale, mentre a San Vincenzo furono accolte 30 donne. La direzione del Ricovero comunale fu affidata alle Pie case d’Industria. L’esperimento del Ricovero provvisorio ebbe termine nel luglio 1862 e il Ricovero di mendicità comunale fu riassorbito dalle Pie case d’Industria. Il Comune continuò a pagare una retta per i mendicanti a suo carico, mentre la Congregazione di Carità (subentrata ai Luoghi Pii Elemosinieri) mantenne l’onere per i propri assistiti. Le Pie case d’Industria e il Ricovero di Mendicità si separarono definitivamente nel 1869, quando furono eretti in due enti morali distinti, ma direzione e personale amministrativo continuarono ad essere condivisi. Nel 1902, chiusa la Pia casa d’industria, il Ricovero ne assorbì il patrimonio rimanente.

Ricoverati nel cortile della Senavra, anni Venti del Novecento (Archivio ASP Golgi-Redaelli, Milano)

Lo scopo principale del Ricovero rimase quello di recuperare al lavoro i mendicanti inviati forzosamente dalle autorità di polizia, anche se nel corso del tempo si registrò la prevalenza di ricoverati volontari. Si continuarono così le attività lavorative, sia per conto terzi (scatole, sacchetti, stuoie), che per il Ricovero stesso (lavanderia, calzoleria, sartoria) .
Il Ricovero occupò diverse sedi fino alla costruzione del nuovo edificio in piazza Giovanni dalle Bande Nere.
Dal 1922 l’Istituto cambiò nome trasformandosi in Casa di Ricovero per inabili a lavoro del Comune di Milano.