Istituto Derelitti

Scheda redatta da Daniela Bellettati

Ricoveri e convitti

Denominazioni
Dal 1902 al 1936, Istituto Derelitti
Dal 1936 al 1945, Istituto fascista di assistenza ai minori - IFDAM
Dal 1946 al 1964, Istituto di assistenza ai minori - IDAM
Dal 1946 al 1964, Istituto di assistenza ai minori - IDAM
Dal 1964 al 1972, Istituto ragazzi di Milano

Sede
Istituto Derelitti (via Settembrini 71, poi via Venini 5) (1906 - 1972)

L'inizio dell'assistenza

L'Istituto Derelitti di Milano nacque nel 1902 e quattro anni più tardi venne aperta la nuova sede di via Settembrini 71. Le sue origini storiche risalgono però al 1817, quando l'Amministrazione dei LLPPEE si fece carico dei fanciulli "derelitti" che la polizia gli affidava, ospitandoli presso lo stabile della Pia casa d'Industria di S. Vincenzo. In quel periodo il numero dei fanciulli privi di genitori o abbandonati era infatti sensibilmente aumentato in seguito alla guerra, e poi alla carestia e all'epidemia di tifo petecchiale, che avevano pesantemente colpito il territorio lombardo. I fanciulli ammessi al ricovero erano per prima cosa lavati, visitati dal medico e dotati di uniforme. Quelli abili venivano inviati a fare pratica presso officine esterne in modo da garantirsi una futura autonomia economica. Le fanciulle erano invece occupate esclusivamente all'interno della Pia casa, in lavori di cucito, filatura e confezione di abiti. Ai minori veniva inoltre insegnato a leggere e scrivere ed era impartita l'istruzione religiosa.
Il numero dei fanciulli continuò a crescere per tutto il secolo, ma la mancanza di risorse economiche non consentì mai di adottare una soluzione stabile per l’assistenza ai derelitti - anche dopo l’istituzione delle Congregazioni di Carità nel 1862 -  che si configurò come un "deposito provvisorio" fino al 1875, quando, grazie al lascito disposto da Luigi Manganoni fu possibile erigere un'opera pia a beneficio dei derelitti, a cui fu aggregata una speciale beneficenza a favore degli orfani di padre, istituita nel 1843 da Francesco Mainoni. 

Norme per gli allevatori dei derelitti, 1895 ca (fototeca Istituto Derelitti)

L'Opera pia pei derelitti e orfani fu riconosciuta Ente morale con regio decreto 17 giugno 1875. Provvedeva ai figli legittimi minori di 15 anni, orfani o con genitori non idonei e privi di parenti tenuti per legge alla cura, e i fanciulli illegittimi dai 7 ai 15 anni, privi anch'essi di familiari obbligati alla cura, domiciliati a Milano almeno da dieci anni. Per l'alloggio temporaneo dei fanciulli, che non poteva superare i 15 giorni, furono allestite alcune sedi provvisorie, in attesa di collocare i ragazzi presso famiglie di “allevatori” in città o in campagna. 

Un aiuto stabile

Una nuova tappa significativa dell’assistenza ai minori da parte della Congregazione di carità fu l'approvazione, nel 1896, del nuovo regolamento di beneficenza dell'ente, che disciplinò ogni aspetto della materia: pratiche preliminari, collocamento presso allevatori o istituti, sorveglianza, cessazione dell'assistenza. In seguito fu approvato lo statuto di una progettata "Casa di deposito pei fanciulli derelitti", che vide la sua realizzazione solo dopo il lascito disposto da Carlo Giulio Trolliet. Trolliet, morto nel 1896, aveva nominato erede la città di Milano, con l'obbligo di assegnare la sua cospicua sostanza, un patrimonio costituito da quasi 900.000 lire e da un fondo in località Oleggio comprendente una villa, un teatro e una filanda, ad un'istituzione avente per finalità l'allevamento, l'educazione e l'istruzione di bimbi orfani o derelitti.  Alla fine del 1905 si assistevano 673 ragazzi: 100 derelitti erano accolti  presso l'Istituto nelle due sedi provvisorie di via S. Rocco e via S. Vincenzo, 545 presso famiglie (259 in Milano e 286 fuori città), 28 presso altri istituti.

La nuova sede definitiva di via Settembrini 71 (poi Venini 5) fu inaugurata il 23 dicembre 1906.
Il nuovo regolamento interno, approvato nel 1910, prevedeva che il ricovero fosse riservato a "fanciulli poveri aventi il domicilio di soccorso in Milano, minori del quindicesimo anno, se legittimi, e maggiori del settimo ma minori del quindicesimo se illegittimi, i quali, per essere privi dell'appoggio dei genitori o di parenti che siano in obbligo od in grado di provvedere al loro sostentamento e stante la mancanza di altre istituzioni locali specialmente tenute ad assisterli, si trovino in condizioni di assoluto abbandono nel territorio del Comune di Milano". Nessuna indicazione era fornita circa la durata dei ricoveri.
I posti letto erano 224. Durante gli anni della prima guerra mondiale il numero degli ospiti superò tuttavia costantemente tale soglia, per l'accettazione di figli di richiamati e di profughi provenienti dalle terre invase.
Il ricovero poteva essere interrotto in seguito alla consegna a persone obbligate, per legge, ad avere cura dei minori, dall'invio in altri istituti, o in seguito al definitivo collocamento presso famiglie di città o, più spesso, di campagna, che avevano presentato richiesta alla Congregazione di carità. Per ogni derelitto la Congregazione corrispondeva agli allevatori un assegno mensile, quale rimborso totale o parziale delle spese sostenute per il mantenimento. 

I piccoli dell'Istituto Derelitti, 1925 (fototeca Istituto Derelitti)


I ragazzi frequentavano di norma le classi elementari degli istituti scolastici vicini; nel 1915-1916, all'interno dell'Istituto, fu aperta, una "casa dei bambini" per i più piccoli, che funzionò fino al 1919-1920, per poi essere ripristinata nel 1924-1925; si iniziò inoltre l'invio, a titolo sperimentale, di alcuni minori ai corsi professionali della Società Umanitaria, che venne però quasi subito abbandonato.
L'Istituto si occupava anche dell'avviamento lavorativo dei derelitti. Alcuni di essi erano collocati presso officine esterne, mentre altri erano impiegati come collaboratori per alcuni servizi interni o nella piccola sartoria impiantata presso l'Istituto nel 1912. Alcune fanciulle, dal 1932, vennero invece assegnate al laboratorio di maglieria aperto in quell'anno presso la guardaroba femminile dell'Istituto.

Dai Derelitti all'IDAM - Istituto di assistenza ai minori

Nel 1936 l'Istituto Derelitti mutò denominazione in Istituto fascista di assistenza ai minori (Ifdam).
Allo scoppio del conflitto mondiale l'Ente comunale di assistenza - subentrato alla Congregazione di carità nell'amministrazione dell'Istituto - dispose la sistemazione di una sede provvisoria dell'Istituto in un locale della villa Trolliet a Oleggio, dove i minori trascorrevano le vacanze estive. L'evacuazione dei ricoverati avvenne durante l'anno scolastico 1942/1943 in seguito all'acuirsi dei bombardamenti su Milano e si protrasse fino a guerra finita.
Caduto il regime fascista, nel 1945, l'Istituto venne rinominato Istituto di assistenza ai minori (Idam).
Superati i difficili anni del dopoguerra, al principio degli anni '50 iniziò una fase di rinnovamento e modernizzazione dell'Istituto, che iniziò a praticare alcuni dei nuovi indirizzi pedagogici che andavano affermandosi. Furono sostituiti gli arredi e abolita la divisa. Il personale fu riqualificato e vennero introdotte le figure dell'assistente sociale e del medico psicologo. Fu inoltre riformato il metodo educativo, incoraggiando l'istruzione, anche oltre i 14 anni, l'apprendimento della musica e le attività culturali. L’Istituto si trasformò, di fatto, in un ricovero permanente.

Esibizione del gruppo musicale dell'Istituto, 1956 (fototeca Istituto Derelitti)

I Ragazzi di Milano

A suggellare queste novità di ordine educativo, nel 1964 l'ECA modificò nuovamente la denominazione dell'Istituto in Istituto Ragazzi di Milano, scelta dagli stessi fanciulli. Essendo oramai inadeguata la sede di via Venini, iniziò inoltre a valutare l'opportunità di dare all'Istituto una nuova sede. Il progetto, che prevedeva il trasferimento dell'Istituto in un'area collocata nei territori comunali di Cinisello Balsamo e di Sesto San Giovanni, non venne però mai realizzato per la cessazione dell'attività dell'Istituto Ragazzi di Milano a decorrere dal 30 settembre 1967. Fino al 1972 l’attività dell’Istituto proseguì per la sola sezione femminile presso la villa "la Madonna" in Meina (Novara) sul lago Maggiore.