Ricoveri notturni provvisori

Ricoveri e convitti
Sede
Ricoveri notturni provvisori di via Manfredo Fanti 17 (1903 - 1905)
In attesa di poter costruire una sede definitiva per accogliere le centinaia di senza tetto presenti in città, il Comitato per i ricoveri notturni gratuiti decise di approntare nell’autunno del 1903 un ricovero provvisorio per poter offrire un riparo ai rigori dell’inverno imminente. Il primo novembre di quell’anno fu stipulato il contratto di subaffitto, fino all’agosto del 1904, di alcuni locali dell’ex Riformatorio Marchiondi Spagliardi, che aveva abbandonato la sede di via San Barnaba 38. Si trattò di allestire in economia 842 metri quadrati tra il piano terra e quello superiore, utilizzando alcune camerate del vecchio riformatorio, l’aula di disegno, la biblioteca, la sala da pranzo e alcune aree di servizio. L’accesso era situato in via Manfredo Fanti 17, ma il contratto prevedeva che il locatario provvedesse a sue spese a costruire una palizzata per proteggere efficacemente la proprietà coltivata che fiancheggiava l'ingresso sulla via, lungo il fabbricato della ex fabbrica Tecnomasio (dove avrebbe trovato in seguito sede la Casa di Lavoro diretta da Alessandrina Ravizza), verso i locali del dormitorio. Il ricovero provvisorio fu inaugurato ufficialmente il 5 dicembre e già nel primo mese di esercizio si contarono oltre 6000 pernottamenti. L’accesso, consentito a uomini, donne e bambini, era gratuito e senza termini massimi di permanenza. L’entrata avveniva tra le 19 e le 21e l’uscita alle 7 del mattino. Erano stati allestiti cinque cameroni per i ricoverati, due per gli uomini, con tavolacci di legno per dormire, e tre per donne e bambini, forniti di brande senza lenzuola. Pensati per accogliere un massimo di 350 persone, i ricoveri arrivarono ad ospitarne, nelle serate più fredde, ben più di 400. Tra di esse diverse famiglie con bambini, che pernottavano anche per intere settimane. Ad esse si rivolgeva in particolare l’assistenza sociale organizzata dall’Unione Femminile che con la visitatrice Rosa Storti operava per il sostegno dei piccoli e delle loro madri in un ambiente sempre più affollato e degradato. La società Assistenza pubblica milanese offrì invece un servizio medico gratuito ai Ricoveri, organizzando una visita quotidiana di un sanitario al dormitorio, per provvedere a eventuali bisogni immediati. Ben conscio della difficile situazione logistica, sociale e sanitaria, il Comitato stesso progettava di adottare provvedimenti per sfollare il futuro definitivo ricovero “dai mendicanti professionisti, parassiti della beneficenza cittadina a danno dei bisognosi locali”.
L’affitto dell’edificio di via Fanti fu prolungato anche per l’inverno successivo, sino al 15 marzo del 1905. Il successivo 25 giugno fu ufficialmente inaugurato il nuovo ricovero di via Balbo-Soave.