Opera Bonomelli

Scheda redatta da Daniela Bellettati

Servizi assistenziali

Sede
Opera Bonomelli di via San Damiano (1908 - 1928)

Sede operativa
Ospizio Opera Bonomelli di piazza Miani (1908 - 1928)

Sede operativa
Cucina popolare presso la Casermetta di piazza Miani (1917 - 1918)

Sede operativa
Ricovero della Croce Rossa Americana di via Giusti, 20 (1919 - 1928)

L'Opera Bonomelli nacque nel 1900 a Torino come "Opera di assistenza agli operai italiani in Europa e nel Levante" in occasione della assemblea della Associazione nazionale per soccorrere i missionari italiani. Primo presidente fu mons. Geremia Bonomelli (1831-1914) vescovo di Cremona, a cui in seguito venne intitolata l'istituzione, conosciuto per le sue aperture sociali e culturali. Lo scopo dell'Opera era fornire conforto religioso e morale agli emigrati italiani, integrandolo anche con attività di patronato e assistenza, considerate le gravi difficoltà materiali e morali dei lavoratori italiani all'estero. Si trattava di una associazione con carattere misto religioso/laicale e per questa ragione non ricevette l'approvazione pontificia. Ottenne invece il supporto della filantropia privata laica, soprattutto piemontese e lombarda d'ambito liberale e conservatore, che costituiva il nucleo principale degli associati; dal 1904 contributi giungevano anche dal Commissariato generale per l'emigrazione, che sovvenzionava le associazioni di patronato. L'attività era svolta da missionari per la parte religiosa e per quella assistenziale da segretariati che operavano soprattutto in Svizzera, nelle zone industriali di Francia, Germania e Lussemburgo. La Bonomelli si occupava di sicurezza sociale, infortuni, collocamento e contratti di lavoro, tutela dei minori, casse di risparmio, mense economiche ecc. L'associazione aprì ospizi di confine dove gli emigrati trovavano alloggio in attesa dell'espletamento delle pratiche per l'espatrio e l'assunzione. Erano operativi 14 segretariati in Francia, sei in Svizzera, dieci in altri paesi europei e dieci in Italia. Nel 1904 fu aperto un ospizio a Chiasso e nel 1906 a Domodossola; nel 1908 fu inaugurata la struttura di Milano, nei pressi della Stazione Centrale, nella medesima area dove operava dal dicembre 1907 la "Casa dell'Emigrante" della Società Umanitaria. Nel 1914 L'Opera Bonomelli fu eretta in Ente Morale; fu soppressa dal regime fascista nel 1928 per i forti contrasti sulla gestione dell'assistenza delle comunità di lavoratori italiani all'estero.

L'Opera Bonomelli a Milano

In via San Damiano 44 si trovavano gli uffici amministrativi della associazione e la Presidenza generale dell'Opera trasferita da Torino a Milano nel 1908; i funzionari e i dirigenti milanesi appartenevano alla élite politica e sociale della città: Stefano Jacini, Emanuele Greppi, Uberto Pestalozza, Giuseppe Gallavresi, Ettore Conti.

Veduta generale dell'Ospizio Bonomelli in piazza Miani (Relazione del lavoro compiuto dall'Opera durante il triennio di guerra 1916-1918, Milano, Lanzani, 1919)

Presso la vecchia Stazione Centrale, in piazza Miani, operava un Ospizio che offriva conforto morale, ristoro e assistenza ai lavoratori di passaggio, diretti all'estero. Di norma accoglieva un centinaio di persone in transito, ma lo scoppio del conflitto mondiale e soprattutto la disfatta di Caporetto, moltiplicarono le richieste di soccorso. Già nel 1916, all'epoca della prima offensiva austriaca sull'altopiano vicentino, la struttura aveva accolto quasi 25.000 persone tra profughi, rimpatriati, soldati in transito, parenti di militari feriti, ricoverati negli ospedali milanesi. Dall'ottobre 1917, per far fronte alla gran massa di persone in fuga dalle terre invase, furono costruiti nuovi padiglioni in legno e innalzate tende negli spazi liberi. Fu messa a disposizione dei profughi anche la "Casermetta" dove alloggiavano i soldati in transito. In quei giorni terribili l'Ospizio Bonomelli riuscì ad ospitare anche 2.100 persone in 24 ore. In un nuovo padiglione, donato dalla Croce Rossa Americana e dedicato a Cristoforo Colombo furono sistemati l'ufficio informazioni, l'ufficio di collocamento, la direzione dell'Ospizio e lo schedario anagrafico di oltre 25.000 schede di tutti gli assistiti.

All'Ospizio dell'Opera Bonomelli, assegnazione dei posti a tavola, Pasqua 1918 (Relazione del lavoro compiuto dall'Opera durante il triennio di guerra 1916-1918, Milano, Lanzani, 1919)

Attraverso questo schedario e la pubblicazione di un bollettino dei profughi, anche bisettimanale durante i primi mesi del 1918, fu possibile il ricongiungimento di centinaia di persone disperse. Nel 1918 furono assistite dalla Bonomelli oltre 36.000 persone tra civili, militari, profughi in transito alla stazione ferroviaria. Tra di loro, 10.700 furono inviati al Ricovero della Croce Rossa americana di via Giusti, che alla fine del conflitto fu ceduto all'Opera Bonomelli. I soldati, in transito, convalescenti o separati dalle famiglie, trovarono alloggio nel nuovo padiglione "Vittoria", fornito dalla generosità della famiglia Puricelli Tosi.