Ufficio II del Comitato centrale di assistenza per la guerra

Servizi assistenziali

Sede
Uffici del Comitato centrale di assistenza per la guerra in piazza della Scala (1915 - 1918)

L'Ufficio II nacque con il proposito di assistere i figli dei richiamati al fronte, ma estese ben presto il suo intervento a tutta l'infanzia sofferente per le conseguenze del conflitto. Il compito dell'ufficio era coordinare tutti gli interventi a favore dell'infazia integrando le strutture gia esistenti con le nuove iniziative sia pubbliche che private. L'assistenza era divisa in due rami principali: il soccorso diurno e quello permanente. Presiedeva l'Ufficio l'assessore Cesare Marangoni; ne facevano parte tra gli altri Ersilia Bronzini Majno, Sofia Bisi Albini, Margherita Sarfatti, Linda Malnati, Nina Rignano Sullam, Carla Erba Visconti di Modrone, la dott.ssa Linita Beretta, il dott. Ernesto Grassi direttore del Brefotrofio.

Assistenza temporanea

Nel primo caso si forniva un collocamento ai bambini e alle bambine da 6 a 12 anni durante il giorno, in modo da permettere alle madri sole di poter lavorare. I bambini già iscritti alle scuole potevano prolungare il soggiorno dalle 7.30 alle 18.30 nelle strutture che già li accoglievano durante l'anno scolastico; maestri e sorveglianti volontari provvedevano alla loro cura, alla refezione con latte al mattino, uova, carne e frutta a mezzogiorno, cioccolato o formaggio e pane per merenda. Erano organizzate anche gite, passeggiate, giochi. Colonie estive per i figli dei richiamati erano allestite presso la scuola Rinnovata alla Ghisolfa (capace di accogliere 100 bambini) e alla Scuola all'aperto di Niguarda. I piccoli da uno a tre anni erano ospitati nei nidi per i figli dei richiamati di Sofia Bisi Albini, in quelli del comitato Ali Materne, in diverse istituzioni create dall'Unione Femminile Nazionale, dal signor Felice Galimberti, dagli eredi del signor Ferrario. Gli Asili raggruppati mettevano a disposizione nelle loro strutture più di 1000 posti. (foto città di Milano settembre1915 p. 513) Si prevedeva anche l'invio a cure termali e climatiche, non solo nelle colonie ma anche presso privati, anche per chi non ne aveva strettamente bisogno.

Assistenza permanente

Gli orfani e i piccoli privi di un sostegno familiare venivano ricoverati negli istituti. Per i neonati e i lattanti erano coinvolte le strutture del Brefotrofio, dell'Istituto bambini lattanti e slattati, gli Istituti Clinici di Perfezionamento e il Regina Elena. Si provvide anche ad assistere a domicilio con aiuti alimentari le puerpere quando non necessitavano di un ricovero.

Gli Istituti milanesi coinvolti nell'attività dell'Ufficio II assicuravano alcuni posti a titolo gratuito e altri con una retta ridotta, corrisposta dall'Ufficio stesso. Così ad esempio l'associazione della Fanciullezza abbandonata aveva messo a disposizione 20 posti gratis e 80 con un rimborso delle spese vive da parte del Comune; l'Orfanotrofio e il Pio Albergo Trivulzio erano disposti ad accogliere un numero illimitato di orfani di militari a retta ridotta; con rimborso spese vive partecipavano l'Istituto Derelitti (senza limite di numero), la Società per la protezione del fanciullo (50 posti), l'Istituto Maria Ausiliatrice (50 posti), l'Istituto Maria Consolatrice (20 posti), la Piccola Casa di San Giuseppe (5 posti gratis). Nella Villa Bernasconi a San Siro erano invece ricoverati bambini scrofolosi o con forme ghiandolari, curati con elioterapia. Altre strutture fuori Milano mettevano a disposizione le proprie organizzazioni per ricoveri climatici prolungati, a Varese, Berzonno, Crevenna, Cocquio.

Le diverse vicende della guerra provocarono dei picchi nell'attività dell'Ufficio, come il richiamo al fronte delle classi 1874-1875, avvenuto nel gennaio del 1917, o la disfatta di Caporetto che resero necessari interventi straordinari di ricoveri immediati per i bambini. Per esempio ad inizio del '17 per accordi con l'Umanitaria si riaprì la Colonia estiva di Coquio S. Andrea, dove si allestì un ricovero permanente per 45 bambini, con personale di sorveglianza, insegnamento e custodia.

Anche in questi casi straordinari questi bambini, figli di quei profughi e dei disoccupati provenienti dal fronte, vennero aiutati da questo ufficio, e non dal III, che invece si occupava dei bisogni delle loro famiglie.

"Questa deliberazione farà ascendere a molte migliaia i bambini da assistere, ma varrà certamente a dimostrare che Milano non è guidata in questa opera da criteri gretti di empirismo caritativo ma da sane e forti preoccupazioni di alta indole morale" (Città di Milano, ottobre 1917)

Le statistiche dell'accoglienza allo scoppio della guerra

Riportiamo a titolo di esempio i numeri dell'assistenza ai minori relativa al luglio 1915: 

  • 5.744 istanze di aiuto di cui 4.275 per assistenza scolastica e refezione
  • 1.469 per assistenza varia. 

Assistenza diurna:

  • 2.700 alunni nelle colonie scolastiche
  • 138 bambini e bambini negli Asili raggruppati con la direzione di via Unione 12
  • 20 bambini alla materna di via Monte di Pietà 3
  • 22 bambini alla Casa Materna dell'Unione Femminile in corso di P. Nuova
  • 200 bambini ai nidi Bisi Albini
  • 1 all'Istituto dei ciechi
  • 4 all'Istituto rachitici
  • 8 lattanti agli Asili lattanti e slattati dipendenti dal Pio Istituto di maternità di via Mantegazza 3;
  • 23 alla Nidiata Italia in via Sant'Eufemia 25 sotto la presidenza dell'ingegner onorevole Paolo Taroni.

Assistenza permanente:

  • 49 alla Fanciullezza abbandonata
  • 20 lattanti al Brefotrofio
  • 7 all'Istituto derelitti
  • 14 all'Asilo Franchino Puricelli in via Rovani 2
  • 1 bambina presso la famiglia del sig. Dino Ancona di c.so Genova 2
  • 4 bambini al Pio Istituto della Pia Casa di Betlem
  • 1 bambina all'Istituto Maria Ausiliatrice
  • 1 bambina all'Istituto Maria Consolatrice
  • 1 bambino all'Istituto poveri sordomuti di campagna
  • 9 al nido Bernasconi di p.zza Sn Siro
  • 30 bambini gracili alla cura climatica presso il Collegio Femminile Sant'Ambrogio di Varese
  • 10 tubercolotici alla Colonia Climatica di Marchirolo
  • 4 bambini gracili, figli di profughi, nella villa di Crevenna dell'avvocato Forni
  • 20 bambini gracili al nido Fogliaro di Velate di Varese
  • 23 donne incinte al Regina Elena
  • 4 puerpere agli Istituti Clinici di Perfezionamento di via Commenda