Ufficio di collocamento e pensione-dormitorio per le domestiche e il personale di servizio

Servizi assistenziali
Sede
Seconda sede dell'Unione femminile nazionale (1905 - 1911)
Sede
Sede dell'Unione femminile nazionale (1911 - 1938)
Un aspetto importante che caratterizzò l’attività dell’Unione Femminile ai primi del Novecento fu quello compiuto nella tutela di alcuni aspetti fondamentali dei diritti delle lavoratrici: questo impegno si sviluppò nello specifico sia per rendere professionali lavori femminili tradizionali, come quello delle domestiche, sia per creare nuove professioni, come le ispettrici di fabbrica (che avevano l'obiettivo di vigilare sull’applicazione delle norme sul lavoro femminile e infantile), sia nell’accoglienza delle giovani donne che emigravano dai loro paesi di provincia e arrivavano in città in cerca di un’occupazione.
Erano infatti moltissime le giovani costrette ad abbandonare il proprio paese, che dalle campagne della regione arrivavano a Milano per cercare un’opportunità di lavoro. Purtroppo le condizioni che vivevano erano troppo spesso inadeguate: le lavoratrici non avevano alcun tipo di tutela, erano sottopagate, spesso sfruttate e umiliate, non avevano un orario di lavoro, e, al contrario dei domestici uomini, potevano usufruire di sole 4 ore di libertà ogni 15 giorni. Oltre a ciò, non era infrequente che le giovani, appena arrivate in città, sole e senza alcun riferimento, finissero per essere spinte sulla via della prostituzione.
Per tutti questi motivi, l’Unione femminile nazionale, insieme alla Società Umanitaria, decisero di dare vita all’Ufficio di collocamento per il personale femminile di servizio, che nasce formalmente il 1 giugno 1905, con lo scopo di dare assistenza alle donne arrivate in città per cercare lavoro come domestiche.
Scrivono in proposito Ida Zuecca e Nina Rigano Sullam nella relazione del dicembre 1905 sull’Ufficio di collocamento:
«Il personale di servizio viene dalle campagne dalle province ove scarsa è ancora l’industria e insufficienti le fonti di guadagno (Veneto, Emilia, Toscana, Romagna). Vengono a Milano sulla promessa o seguendo l’esempio di altre compagne che le hanno precedute e vi si trovano con poche e malsicure conoscenze, senza appoggi seri e protezione. […] Hanno istruzione scarsissima, talvolta sono perfino analfabete e, in genere, nozioni rudimentali dei lavori casalinghi, sapendo fare un po’ di tutto ma tutto male.»
L’intento era dunque da un lato quello di sottrarre possibili candidate al mercato della prostituzione, e dall’altro di rendere più forte sul mercato del lavoro il mestiere di domestica.
Per il funzionamento dell’ufficio l’Unione mise a disposizione i locali, mentre la Società Umanitaria versava 3000 lire l’anno per le spese di funzionamento. L’Ufficio offriva assistenza per il collocamento a donne comprese tra i 14 e i 55 anni, e non si occupava solo di domestiche, ma anche cuoche, cameriere, personale di albergo e di istituti. Le prestazioni dell’Ufficio erano completamente gratuite per il personale di servizio, e a modico pagamento per le famiglie.
Inoltre, per quanto riguarda la formazione, si istituirono presso la sede dell’Unione, a partire dal 1914, corsi professionali di cucina e lavori domestici, che aiutassero le donne che vi partecipavano a consolidare la loro preparazione e potere dunque entrare nel mercato del lavoro con maggiore consapevolezza e sicurezza.
L'attività dellUfficio di collocamento per le domestiche è documentata fino al 1938.
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