Opera pia per la Cura climatica gratuita ad alunni gracili delle Scuole Elementari

Scheda redatta da Giulia Maffina

Sanità

Disegno fabbricato Opera pia Berzonno (Archivio storico di Intesa Sanpaolo, patrimonio archivistico Cariplo)

Il 21 marzo 1881 un Comitato promotore composto da: Carlo Antongini, Filippo Bernardoni, Giuseppe Branca, Pompeo Corvieri, Malachia De Cristoforis (medico garibaldino), Edoardo Porro, Ariberto Tibaldi, Tito Vignoli, Achille Villa, Gaetano Vimercati, Filippo Weill-Schott, Lodovico Zambelletti propose di fondare una società che si occupasse di organizzare le vacanze in campagna dei fanciulli gracili delle scuole elementari comunali di Milano. Il motto che spinse il nascere dell’iniziativa è “mens sana in corpore sano” e doveva favorire quei bambini impegnati nello studio, ma poveri, che avevano una costituzione gracile. Ormai le scuole elementari erano diventate di frequenza obbligatoria e per alcuni alunni era salutare fare un breve soggiorno nelle Prealpi lombarde, su modello di quello che succedeva già in altre parti d’Europa. A differenza di quanto avveniva negli altri paesi, dove i bambini andavano individualmente presso famiglie contadine per stare all’aria aperta, in Italia si predilesse una soluzione convittuale.

La società che si fondò, mediante la sottoscrizione di azioni da 50 lire, diventò il primo socio sottoscrittore di una nuova istituzione che cominciò a lavorare riunendo l’assemblea generale il 1° luglio dello stesso anno. Durante questa riunione si provvide alla nomina di un consiglio direttivo composto da Malachia De Cristoforis (presidente), Tito Vignoli (vice-presidente), Gaetano Vimercati, Achille Villa (tesoriere), Filippo Bernardoni, Giuseppe Branca, Leopoldo Pirelli, Ariberto Tibaldi, Lodovico Zambelletti, Filippo Weil-Schott, Pompeo Cervini (segretario). Venne anche nominata una commissione medica, sempre sotto la presidenza di De Cristoforis e formata da Edoardo Porro e Ariberto Tibaldi.

Opera Pia per la Cura Climatica Gratuita ad Alunni Gracili delle Scuole Elementari Comunali milanesi, bambini mascherati, anni 1920-1930 (fotografo sconosciuto) (Archivio storico di Intesa Sanpaolo, patrimonio archivistico Cariplo)

Nel 1881 prese avvio, quindi, una istituzione pia tra le prime costituite in Italia per i bambini in età scolare. Essa si rivolgeva ad alunni di età tra i 4 e i 15 anni. Dai documenti si ricava come l’intento dell’iniziativa fosse sociale e civile, più che caritativo, per far fronte alle nuove esigenze dell’Italia appena riunificata, la quale doveva risolvere i molti problemi post-unitari. Si stilarono immediatamente lo statuto e le norme per l’ammissione dei fanciulli. Malachia De Cristoforis pensò anche al regolamento interno che stabiliva il trattamento dei bambini in colonia.  Il numero di questi dipendeva dalle offerte raccolte anno per anno con iniziative diverse: festa da ballo del circolo degli amici, vendita di almanacchi, spettacoli d’opera e da ballo, vendita di edizioni speciali di libri, elargizioni di enti morali. Infatti un contributo una tantum di 1.500 lire dava diritto ad un bambino di soggiornare per un intero mese, così come un contributo una tantum di 2.500 lire dava lo stesso diritto a due fanciulli. I mezzi finanziari disponibili non permettevano a tutti i ragazzi di beneficiarne gratuitamente, nonostante le elargizioni del Comune, della Cariplo e di altri enti. Erano quindi ospitati anche dei ragazzi per i quali veniva pagata una retta dai Patronati scolastici o da altri enti.

Nel primo anno di cura, il 1881, la colonia venne stabilita ad Esino superiore in provincia di Como, sopra Varenna. Lo stesso per l’anno successivo, mentre il terzo anno si spostò a Gromo in Valle Seriana, a quaranta chilometri da Bergamo. Il 15 gennaio 1885, per disposizione della legge 3 agosto 1862 sulle opere pie, la cura climatica divenne ente morale. Ciò permise all’istituzione di ottenere più mezzi per i propri scopi. Su proposta del presidente nel 1897 si acquistò per 16.000 lire, con rogito del notaio Gerolamo Serina, la villa del conte Gerolamo Patellani, nel comune di Pogno in località Berzonno: l’edificio era di tre piani e 27 vani, circondato da terreni boscosi. L’immobile fu successivamente ampliato con l’aggiunta di nuove ali e nuovi ambienti, quando i primi di giugno del 1901 un’altra istituzione chiese alla Cura climatica di Berzonno di ammettere nuovi scolari, per i quali avrebbe versato una retta mensile, si trattava della “Federazione dei patronati scolastici” che aveva anch’essa lo scopo di aiutare gli alunni poveri delle scuole elementari di Milano. Il fabbisogno di spazi portò all’allargamento del dormitorio, che occupò il vecchio refettorio, il quale fu ricostruito nel giardino grazie soprattutto ad un contributo straordinario della Cassa di risparmio di 2.000 lire, oltre al consueto sussidio annuale di 3.000 lire.

Durante la Grande guerra l’ente dovette cedere l’edificio alla Sanità militare, ma questo fatto non interruppe l’attività dell’opera pia, perché circa 400 ragazzi furono ospitati in una vicina località. Solo nel 1925 la colonia riuscì a riprendere vita nella sua sede.

Fino al 1930 gli ospiti vennero designati dai Patronati scolastici, ma con il 1931 subentrò la Prefettura nella segnalazione e poi l’Opera nazionale Balilla, che si limitò a non inviare più alunni alle colonie non di sua diretta pertinenza. Iniziò un periodo di crisi, nel quale l’istituzione si appoggiò ai gruppi rionali o alle ditte private per trovare assistiti. Nel 1932, venendo a mancare molti contributi pubblici che vennero convogliati verso gli organi fascisti, si dovette modificare lo statuto, depennando l’impegno alla gratuità, che diventò facoltativo da quel momento.

Durante la Seconda guerra mondiale il servizio dell’ente si interruppe e nel 1940 lo stabile fu richiesto dall’Opera nazionale maternità e infanzia. La requisizione però non ebbe luogo, perché il locale fu ritenuto inadatto. Nello stesso anno la Gioventù italiana del littorio ordinava la sospensione delle colonie e durante la guerra l’autorità militare occupò i locali con il 54° reggimento fanteria e successivamente con il 1° reggimento carristi. L’istituto rimase a disposizione dei militari fino al 1944, quando la Guardia repubblicana lo restituì. Il centro riprese l’attività nel settembre del 1946.

Altro aspetto per il quale la colonia andò fiera è che dal 1967 furono accettati, in particolari turni, anche i portatori di handicap, soprattutto per volontà del presidente di allora Alberto Ragazzi, illustre igienista.

A metà del 1987 la struttura cambiò ragione sociale e divenne “Centro residenziale per anziani Riccardo Bauer dell’Istituzione per la cura climatica”.