Commissione Centrale di Beneficenza di Cariplo

Scheda redatta da Giulia Maffina

La Commissione Centrale di Beneficenza viene creata nel dicembre 1816, per volontà del governo imperiale austriaco, per accentrare e gestire gli interventi e i sussidi diretti ad alleviare la precaria situazione sociale provocata dalla crisi economica. I principali mezzi finanziari derivano da una sovraimposta sull'estimo che nel 1823 diventerà il fondo di garanzia della neonata Cassa di Risparmio di Milano. Alla Commissione Centrale di Beneficenza, divenuta un ente permanente, viene infatti affidata nell'aprile 1823 la creazione e la gestione di una Cassa di Risparmio sul modello delle Sparkasse austriache e delle Savings Banks inglesi, con l'obiettivo di incoraggiare il popolo minuto al risparmio e di reinvestire parte degli utili in progetti o donazioni di pubblica utilità.
La Commissione diviene dunque il corpo amministratore della Cassa di Risparmio. È costituita da un presidente, un vicepresidente e da un numero variabile di commissari, portati dai 7 iniziali ai 6 previsti dallo statuto del 1860, ai 13 del 1889, ai 15 del 1939. La durata degli incarichi e i criteri per le nomine variano negli anni. I membri risultano generalmente espressione delle autorità politiche locali (3 commissari per il Comune di Milano, 3 per la provincia ed i rimanenti per le altre province lombarde) e di quelle governative (Sovrano e Ministero dell'Interno); cfr. la serie "Membri cessati". La frequenza delle riunioni è inizialmente bimensile, mentre con lo statuto del 1931 diventa mensile.
Lo statuto del 1938 cambia le norme per le deliberazioni, fino ad allora prese collegialmente e a maggioranza di voti mentre, successivamente, la CCB delibera "a maggioranza assoluta dei voti dei presenti e, in caso di parità, prevale il voto di chi presiede l'adunanza", Titolo III, art. 12.