Scuole per assistenti sociali promosse dalla Società Umanitaria nel secondo dopoguerra

Scheda redatta da Paola Bianchi

Servizi assistenziali

Sede
Società Umanitaria (1947 - 1972)

Le origini

Brochure promozionale del Corso biennale per assistenti sociali di Milano

Il Corso biennale di assistenza sociale a Milano venne attivato per iniziativa dell'UNSAS (Unione nazionale per le scuole di assistenza sociale) insieme al Centro di educazione professionale per assistenti sociali di Roma e, poco dopo, alla Scuola italiana per assistenti sociali del lavoro di Torino.
L'UNSAS nacque nell'aprile 1946 con il nome di Consorzio per le Scuole nazionali per Assistenti sociali del lavoro, dagli accordi tra INAIL, INPS, Istituto nazionale delle assicurazioni, Confindustria, Società Umanitaria, Ente nazionale assistenza lavoratori, Istituto nazionale assistenza malattia dei lavoratori, CGIL, Unione donne italiane e Federazione italiana delle donne nelle arti, professioni, affari (FIDAPA). Nell'ottobre dello stesso anno, in seguito al Convegno di studi sull'assistenza sociale di Tremezzo, il Consorzio si trasformò nell'Unione nazionale delle scuole di assistenza sociale (UNSAS) e stipulò con il Ministero dell'assistenza postbellica due convenzioni con le quali si impegnò ad aprire corsi biennali per assistenti sociali, uno a Roma e uno a Milano, dotati di mezzi finanziari adeguati. I due corsi ebbero rispettivamente inizio il 2 febbraio e il 3 marzo 1947 (1). La Scuola di Torino per assistenti sociali del lavoro, che iniziò l'attività il 15 maggio 1947, fu attivata grazie ad una convenzione tra UNSAS e Camera di commercio e affidata alla direzione di Lia Carli con sede presso l'Istituto di medicina legale e delle assicurazioni dell'Università.

Direzione e amministrazione del Corso biennale di Milano

La sede milanese della scuola fu allestita presso i locali messi a disposizione dalla Società Umanitaria in via Daverio, 7 (2). Alla direzione del Corso fu nominata Lucia Ajmone Marsan Corti con la collaborazione, in qualità di vice direttrice, di Elena Vanzetti Dreher; esso fu retto da un Comitato amministrativo (3) coadiuvato, per le questioni di carattere accademico, da un largo Comitato consultivo (4), che riuniva scienziati, funzionari ed esperti.
Presso la Società Umanitaria era già stata attivata dal maggio del 1946 una Scuola nazionale per assistenti sociali del lavoro riservata alle sole donne - gestita in economia - sotto la direzione di Paolina Tarugi (5). Questa scuola, sostenuta dall'INAIL e dall'UNSAS con il concorso della Società Umanitaria e della Federazione italiana delle donne nelle arti, professioni, affari (FIDAPA), inizialmente venne ritenuta non integrabile nel nuovo Corso biennale in considerazione dei "diversi criteri di impostazione dottrinale e tecnica" e della specificità del corso, incentrato sulle problematiche sociali del lavoro (6).

Organizzazione, insegnamenti teorici e pratici

Il Corso biennale, aperto a diplomati di ambo i sessi di un'età compresa tra i 19 e i 40 anni, esigeva la frequenza obbligatoria alle lezioni e la possibilità di borse di studio (per la retta e il mantenimento) previo superamento di una prova scritta e di un colloquio orale.
Le lezioni teoriche, affidate per lo più a docenti universitari, vennero affiancate da tirocini pratici già dal primo anno (7).
Le scelte relative alle materie e alla loro articolazione nei due anni di corso, agli insegnanti e ai tirocini pratici furono affidate al Comitato consultivo. Nelle sedute del Comitato emerse chiara l'esigenza di conferire alla scuola un alto livello scientifico per promuovere il riconoscimento della professionalità dei diplomati assistenti sociali presso i datori di lavoro. Obiettivo dichiarato, infatti, dalla direzione fu quello di formare "dirigenti con compiti amministrativi e organizzativi" (8). Fecero parte del corpo docente personalità di spicco della scienza e della cultura italiana, tra cui Antonio Banfi, Sergio Mantovani, Nino Valeri, Agostino De Vita, Angelo Pagani, Cesare Musatti, Gaetano Kanizsa, Giuseppe Corberi, Silvio Brambilla, Virginio Porta, Michael Schapiro.
Nel percorso formativo ebbe grande rilievo "l'esperienza sul campo"; molte ore quindi furono dedicate a discussioni, seminari di approfondimento, esercitazioni pratiche, visite ad istituti. Durante il secondo anno del primo ciclo del Corso vennero svolte inchieste nei settori dell'emigrazione, della maternità, dell'assistenza agli affetti da malattie nervose e mentali, degli istituti di ricovero per l'infanzia.
Le materie di studio del primo anno furono assistenza sociale, etica sociale, psicologia generale, psicologia "caratteriologica", storia, economia politica, statistica, legislazione del lavoro, diritto pubblico, igiene e medicina sociale, psicopatologia sociale, urbanistica, problemi postbellici. L'anno successivo gli allievi seguirono lezioni di diritto civile e penale, diritto dell'assistenza, legislazione del lavoro, giustizia minorile, cooperativistica, economia applicata, emigrazione, igiene del lavoro, criminologia, psichiatria infantile, psicologia, psicotecnica, urbanistica, storia.
L'accesso al secondo anno fu previsto avvenisse previo superamento di un esame per accertare l'acquisizione dei contenuti dell'anno precedente (9); mentre per il conseguimento del diploma finale venne richiesta l'elaborazione e la discussione di una tesi scritta "di carattere originale", inerente temi legati all'esperienza pratica compiuta nel periodo di tirocinio. 

Cessazione della convenzione UNSAS - Società Umanitaria

All'inizio degli anni sessanta, nel contesto di proposte e discussioni in merito all'ordinamento delle scuole di servizio sociale e al riconoscimento del titolo professionale da queste conferito, Riccardo Bauer avvertì con urgenza la necessità di rinnovamento dei programmi e dei metodi di formazione, più efficacemente realizzabile attraverso la diretta assunzione della direzione del Corso da parte della Società Umanitaria. Particolarmente sentito da Bauer fu anche il pericolo che venissero scardinati i principi laici alla base del Corso biennale, in favore di un'impostazione confessionale sul modello della Scuola pratica di assistenza sociale di Milano amministrata dall'ENSISS.
La proposta presentata al Consiglio direttivo dell'UNSAS nella seduta del 10 giugno 1965 venne rifiutata con decisione dalla Confindustria, che temeva una "politicizzazione" della scuola da parte dell'Umanitaria (10), determinando così la recessione di Bauer dal Consiglio dell'UNSAS (11).
Il Corso UNSAS di Milano venne trasferito in via Olmetto 9, mentre presso l'Umanitaria nacque una nuova Scuola per assistenti sociali diretta da Mario Melino con il coordinamento scientifico del sociologo Angelo Pagani, la cui organizzazione rispecchiò l'esperienza maturata dall'Umanitaria in tanti anni di impegno nella formazione di assistenti sociali. La Scuola fu intitolata ad Alessandrina Ravizza e le lezioni ebbero inizio alla fine di novembre del 1967.  

Un percorso formativo libero e costruttivo: la Scuola per assistenti sociali "Alessandrina Ravizza"
Il nuovo corso di formazione progettato da Bauer e dal Comitato scientifico, presieduto da Angelo Pagani (12), venne strutturato in un ciclo di 3 anni con la formula del convitto. La nuova Scuola fu amministrata da un Comitato di Presidenza (13), le cui deliberazioni erano sottoposte all'approvazione del Consiglio direttivo della Società Umanitaria.
La struttura e la scelta degli insegnamenti del nuovo corso triennale rispecchiarono lo spirito innovatore e progressista del Comitato scientifico e mirarono a "fare dell'assistente sociale un collaboratore per la realizzazione di progetti di sviluppo" e "un conoscitore profondo della mentalità e dei problemi del sottosviluppo sociale"; i programmi vennero studiati per rendere consci i futuri operatori dei "metodi più moderni, più evoluti di intervento, realizzatisi sia in Italia che all'estero", allo scopo di "abbandonare la propensione ad una cultura astratta, divisa secondo un criterio tradizionale di disciplina impregnata di accademismo universitario, assolutamente in contrasto con i compiti di intervento propri dell'assistenza sociale" (14).
Le materie di insegnamento, alcune delle quali facoltative, vennero articolate in semestri e coordinate per gruppi, allo scopo di individuare la materia principale a cui affiancare corsi brevi o cicli di lezioni di approfondimento; ai seminari venne conferita una finalità di orientamento per garantire la partecipazione attiva degli studenti. Fondamentale poi l'esperienza dei due tirocini previsti presso enti ed istituzioni diversi, uno di carattere orientativo e l'altro per acquisire una specializzazione in un particolare settore.
La Scuola fu però gravata fin dall'inizio da difficoltà economiche, essendo a carico interamente dell'Umanitaria, che poteva contare sulle rette degli allievi (molte delle quali sostenute dalle borse di studio della Cassa per il Mezzogiorno) e su eventuali donazioni o contributi esterni (Comune, Provincia e Cassa di Risparmio). 
Inoltre il carattere sperimentale alimentò il dibattito tra preparazione scolastica e ruolo professionale richiesto dalla società, cioè della rispondenza della scuola alla società; particolarmente accese crebbero le critiche degli studenti contro il Comitato scientifico come organo preposto alla scelta e organizzazione dei programmi e degli insegnamenti.
Già nel 1969, Bauer segnalò, infatti, con preoccupazione "la tendenza a trasformare la scuola da una scuola per assistenti sociali ad una per riformatori sociali" (15).
Gli anni successivi videro acuirsi i contrasti tra corpo insegnante, Comitato di Presidenza e studenti, rendendo quasi impossibile il dialogo, senza dubbio non agevolato dalle dimissioni di Bauer.
La scuola proseguì l'attività fino al 1972, quando ne venne annunciata la chiusura attraverso un comunicato del presidente dell'Umanitaria,  Agostino Viviani, pubblicato sul quotidiano "Il Giorno" del 25 giugno.

 

Note

(1) Archivio della Società Umanitaria, atti 93/1946, 124/1946.
(2) Archivio della Società Umanitaria, atti 1 cbas/1948.
(3) Lucia Ajmone Marsan Corti, Mario Melino, Riccardo Bauer, Elena Vanzetti Dreher, Renato Buschi.
(4) Il Comitato consultivo della Scuola nazionale di assistenza sociale di Milano aveva il compito di esprimere il proprio parere sui programmi di studio e sulla scelta degli insegnanti e ne fecero parte Giuseppe Corberi, Eugenio Medea, Ugo Guido Mondolfo, Attilio Sforza, Enrico Vigliani, Giuliano Pischel, Paolina Tarugi, Foscolo Bargoni, Filippo Sacchi, Riccardo Bauer, Giovanni Mauro, Andrea Calderan, Guido Maria Baldi, Giovanni Mauro, Mario Melino, Ugo Colombo, Piero Redaelli, Edoardo Majno.
(5) Archivio della Società Umanitaria, atti 102/1945.
(6) Archivio della Società Umanitaria, atti 124/1946. Relazione a stampa a cura della Scuola per assistenti sociali di Milano L'UNSAS e la sua attività - Visioni ed aspetti dell'assistenza sociale, 1949.
(7) Enti presso il quale gli allievi svolsero il tirocinio pratico furono l'Ente ausiliario per il Tribunale dei minori, il Villaggio della madre e del fanciullo, l'Associazione Rinascita sociale per l'assistenza ai dimessi dal carcere, Clinica del lavoro dell'Università di Milano, Consultori medico-pedagogici della Croce Rossa Italiana e dell'OMNI, Patronato scolastico, Ufficio Emigrazione dell'Umanitaria e altri uffici e centri addetti all'emigrazione, Pio Istituto dei Rachitici, Istituto Provinciale Psichiatrico di Affori, Scuole ricovero dell'ECA, uffici assistenziali e sanitari della Pirelli S.A., Montecatini S.A., Ditta Clap, Istituto di rieducazione per le minorenni traviate "Nazareth".
(8) Si legga l'intervento di Elena Dreher nel corso delle sedute del Comitato consultivo del 24 e 25 gennaio 1947, Archivio della Società Umanitaria, atti 9/1947.
(9) Archivio della Società Umanitaria, atti 1 cbas/1948.
(10) Archivio della Società Umanitaria, atti 450/1963.
(11) Si veda la lettera di Bauer al Presidente UNSAS, Pasquale Ciuffreda, del 8 giugno 1967 in atti 450/1963.
(12) Comitato scientifico: Riccardo Bauer, Angelo Pagani, Mario Melino, Sandra Piazza, Renato Treves, Severino Delogu, Tullio Seppilli, Lamberto Borghi, Biagio Carletti, Cesare Musatti, Mario Dal Pra.
(13) Per l'anno scolastico 1967-1968 fecero parte del Comitato di Presidenza, oltre a Bauer e Mario Melino, Aldo Aniasi, Romolo Arduini, Aldo Bonacini, Adolfo Beria d'Argentine, Piero Caleffi, Michele Cifarelli, onorevole Lanzetta, Giuseppe Luraghi, Angelo Pagani, Giulio Polotti.
(14) Archivio della Società Umanitaria, atti 480 bis/1967. Verbale del Comitato di Presidenza della Scuola "Alessandrina Ravizza" del 4 settembre 1963.
(15) Archivio della Società Umanitaria, atti 480/1969. Verbale della seduta Comitato di Presidenza del 15 febbraio 1969.

Persone collegate

Riccardo Bauer
6 gennaio 1896 - 15 ottobre 1982
Angelo Pagani
7 ottobre 1918 - 5 settembre 1972

Istituzioni collegate

Luoghi collegati