Asilo Mariuccia

Asili e scuole, Ricoveri e convitti
Sede
Asilo Mariuccia sede di viale Monterosa 6 (1902 - oggi)
L'Asilo fu fondato nel 1902 da un gruppo di persone legate all'Unione Femminile e al Comitato contro la tratta delle bianche, per ospitare e rieducare giovani adolescenti e bambine già dedite alla prostituzione e proteggere quelle che avrebbero potuto percorrere la medesima strada per abbandono materiale e morale da parte delle famiglie.
Il comitato promotore era costituito da figure già da tempo legate alla assistenza laica delle giovani: Ersilia Bronzini Majno, Nina Rignano Sullam, Bice Cammeo, Clara Benetti Ferri, Gemma Griffini Muggiani (tutte aderenti all'Unione femminile) e il medico Camillo Broglio. L'Asilo fu dedicato alla memoria di Mariuccia Majno, figlia di Ersilia, morta a 13 anni di difterite. L'istituto era progettato come un rifugio aconfessionale, dove le ragazze potevano essere accolte senza formalità, protette e avviate ad un percorso di riabilitazione.
Nel 1905 la struttura, una villetta in viale Monterosa acquistata con le generose offerte di benefattori che vollero restare anonimi e che subì nei decenni numerosi ampliamenti, ospitava già una settantina di ragazze ripartite tra "pericolanti" (bambine in pericolo di degrado morale e fisico), "pericolate" (adolescenti già avviate alla prostituzione), "volontarie" (ragazze più grandi disposte spontaneamente al reinserimento sociale). Le ricoverate provenivano dalle famiglie, da privati, dagli uffici di orientamento dell'Unione Femminile, dal Sifilocomio di via Lanzone oppure erano inviate dalla questura.
Il progetto pedagogico era incentrato sulla educazione al lavoro, all'ordine, alla pulizia, ai principi di una morale laica del valore degli atti compiuti; il clima della vita quotidiana era improntato al semplice ambiente famigliare, pur osservando stretta disciplina e sorveglianza delle ricoverate. Educazione scolastica professionale erano impartite alle più piccole "pericolanti" nella Casa Materna; nella Sezione Osservazione si accoglievano le ragazze da rieducare, in attesa di comprendere la loro effettiva volontà di riscatto e nella Casa di Deposito si provvedeva all'ospitalità immediata per i casi più urgenti. Completato il periodo di educazione, modulato sulle esigenze delle singole ragazze, le ricoverate tornavano alle famiglie o venivano avviate al lavoro.
Gli sviluppi dell'Asilo
L'Asilo fu eretto in Ente Morale l'8 dicembre 1908 con il preciso intento di ottenere da enti pubblici e dal governo contributi costanti e le agevolazioni spettanti alle Opere Pie; in realtà l'istituto si resse principalmente sui contributi di benefattori, oblatori, associati e sull'abnegazione di molte donne impegnate nella amministrazione e gestione del quotidiano a titolo gratuito. L'attività assistenziale si sviluppò nel corso del Novecento, resistendo ai conflitti mondiali e ai cambiamenti politici.
Riservato alle donne, l'Asilo negli anni '50 aprì le porte ai primi minorenni maschi, ragazzi con problemi di disagio familiare o di disadattamento. L'Asilo è attivo ancora oggi con centri a Milano e Sesto S. Giovanni dedicate a mamme e bambini e a Portovaltravaglia con una Comunità alloggio maschile.
Persone collegate

