Società Umanitaria

Architettura civile
Data di costruzione Fine XV secolo
Data di distruzione 1943 (parziale - ricostruzione nel dopoguerra
La Società Umanitaria ha sede in quello che un tempo era il complesso monastico di Santa Maria della Pace. La fondazione della chiesa e del convento di S. Maria della Pace ebbe luogo nella seconda metà del XV secolo per opera del nobile cavaliere portoghese Amedeo Menez de Silva, fattosi francescano a Milano. A seguito di una cospicua elargizione della Duchessa Bianca Maria Sforza, vedova di Francesco Sforza, e del figlio, il Duca Giangaleazzo, la comunità di frati ebbe in regalia un'area sita tra le mura cittadine e i bastioni, nelle vie che in seguito si chiameranno via San Barnaba e via Pace. La costruzione della chiesa e del convento fu iniziata nel 1476 e la chiesa fu solennemente consacrata dall'Arcivescovo Guido Antonio Arcimboldi il 2 settembre 1497.
Il complesso monastico di Santa Maria della Pace
Il convento fu ripartito in quattro chiostri; nella sala del Refettorio (l'attuale Salone degli Affreschi) fu dipinto da un pittore attivo nella cerchia di Bernardino Luini e Marco D'Oggiono il grande affresco raffigurante la Crocefissione di Cristo sul Monte Calvario, mentre sulla parte opposta si trovava (oggi non è più visibile) una copia dell'Ultima cena di Leonardo, dipinta da Paolo Lomazzo. La data di costruzione, l'impianto strutturale, i caratteri distribuiti fanno del convento, oltre che della chiesa, un complesso singolare, significativo esempio dell'ultima architettura ogivale, nel periodo in cui si andava affermando il nuovo gusto del Rinascimento lombardo.

L'arrivo di Napoleone e l'occupazione della chiesa
Per duecentotrentasette anni il convento e la chiesa rimasero dei frati, di conseguenza l'organismo del tempio subì poche aggiunte e pochi rimaneggiamenti. Nel giugno 1805 Napoleone Bonaparte sconsacrò la chiesa e confiscò i chiostri: l'edificio sacro divenne magazzino di artiglieria, poi scuola di equitazione, quindi ospedale. Il 5 maggio 1875 la proprietà, che fino ad allora era stata del Demanio dello Stato, passò al Riformatorio Marchiondi, che successivamente cedette la chiesa all'Ordine Equestre del Santo Sepolcro.
L'acquisto da parte della Società Umanitaria
A partire dal 1907, tutta l'area dei chiostri, del refettorio e dei terreni adiacenti (compresi quelli di proprietà del Tecnomasio Brown Boveri) venne acquistata dalla Società Umanitaria, una istituzione sorta grazie al lascito testamentario del mecenate Prospero Moisè Loria, improntata all'assistenza, all'istruzione, al lavoro, alla previdenza. Accanto al convento e ai chiostri sorsero così vaste strutture edilizie (tutta l'area è compresa tra via San Barnaba, via Daverio, via Pace, via Lamarmora), che negli anni divennero un punto di riferimento costante della vita culturale e professionale di Milano e dell'Italia, trasformando questo Ente in un centro formativo di importanza europea.

La distruzione bellica
Poi venne lo smantellamento giuridico-amministrativo, compiuto dal regime fascista, e la distruzione di gran parte delle sue strutture in seguito ai bombardamenti su Milano durante i raid alleati del 1943-44, che rasero al suolo gran parte degli edifici (il 75% degli stabili vennero danneggiati), distruggendo un patrimonio artistico di valore inestimabile.
La lunga ricostruzione
A partire dalla Liberazione, però, il nuovo Consiglio dell'Umanitaria iniziò una accurata ricostruzione dei fabbricati (in specie quelli di grande valore storico-artistico) e la costruzione di nuovi edifici (progetto dell'architetto Giovanni Romano), dove continuare l'opera del suo fondatore per l'elevazione dei lavoratori, facendo uso di ogni attività sociale e culturale: un modus operandi, che continua anche oggi.