Addio alle armi. Hemingway ferito a Milano

L'Ospedale della Croce Rossa Americana

"Nell'estate del 1918 in questo edificio, adibito ad ospedale della Croce Rossa Americana, Ernest Hemingway, ferito sul fronte del Piave, fu accolto e curato, così nacque la favola vera di Addio alle armi."

Ernest Hemingway nella foto dell'annuario dell'esercito del 1918. (John F. Kennedy Presidential Library and Museum, Boston)

Così recita la targa posta sul palazzo tra via Cantù e via Armorari dove, al terzo e al quarto piano si trovava l'ospedale della Croce Rossa Americana. Hemingway era giunto in Italia nel giugno 1918, dopo essersi arruolato nell'anno precedente come volontario. A causa di un difetto alla vista non era impegnato nei combattimenti, ma era stato assegnato alla guida delle ambulanze della Croce Rossa. Il suo primo intervento italiano non fu però sul fronte ma al soccorso della popolazione civile. Il 7 giugno, giorno del suo arrivo a Milano da Parigi, ci fu infatti un gravissimo incidente alla fabbrica d'armi Sutter&Thévenot di Castellazzo di Bollate. Bombe di trincea e granate esplosero durante la produzione provocando una deflagrazione che fu udita a chilometri di distanza. Nello scoppio perirono all'incirca 60 persone, prevalentemente operaie tra i 14 e i 30 anni. Più di cento feriti furono ricoverati all'Ospedale Maggiore. Una stima ufficiale delle vittime non si ebbe mai perché, a causa della guerra, l'incidente fu passato sotto silenzio.

Ernest Hemingway in stampelle all'Ospedale della Croce Rossa Americana di Milano. (Papers of Ernest Hemingway. Photograph Collection. John F. Kennedy Presidential Library and Museum, Boston)

Hemingway partecipò al soccorso dei feriti, rimanendo così colpito dal terribile spettacolo dei corpi dilaniati dallo scoppio, da scriverne il ricordo nel racconto Una storia naturale dei morti, inserito della raccolta I quarantanove racconti:

Arrivando nel luogo dove sorgeva lo stabilimento, alcuni di noi furono messi a piantonare quei grossi depositi di munizioni che, chissà perché, non erano saltati in aria, mentre altri venivano mandati a spegnere un incendio divampato in mezzo all’erba di un campo adiacente; una volta conclusa tale operazione ci ordinarono di perlustrare gli immediati dintorni e i campi circostanti per vedere se ci fossero dei corpi. Ne trovammo parecchi e li portammo in una camera mortuaria improvvisata e, devo ammetterlo francamente, la sorpresa fu di scoprire che questi morti non erano uomini ma donne...

Hemingway al fronte

Agli inizi di luglio Ernest venne inviato sul fronte del Piave, ma il suo servizio durò solo sei giorni. Nella notte tra l'8 e il 9 luglio, mentre consegnava cioccolato e sigarette ai soldati italiani, fu sorpreso da un bombardamento austriaco. Gravemente ferito alla gamba destra da una scheggia di shrapnel, si temette di dover ricorrere all'amputazione; fu curato prima sul posto e poi trasferito il 17 luglio all'ospedale della Croce Rossa Americana di via Armorari a Milano, dove rimase per tre mesi. Qui, convalescente di lusso in una struttura particolarmente confortevole con vista sulle guglie del Duomo, conobbe l'infermiera d'origine tedesca Agnes von Kurowsky.

Ernest Hemingway e Agnes von Kurowsky a Milano (Ernest Hemingway Collection of the John F. Kennedy Presidential Library and Museum, Boston)

Tra i due nacque una travolgente storia d'amore, raccontata in Addio alle armi. Le passeggiate per Milano della giovane coppia sono così tratteggiate dalla penna dello scrittore: 

Ci piaceva star fuori in Galleria, i camerieri andavano e venivano ogni tavolo aveva la sua lampada col piccolo paralume. Arrivammo al Mercato e poi ai portici e alla piazza del Duomo: la piazza era piena di tram; al di là dei binari sorgeva bianca e umida nella nebbia la Cattedrale, nella piazza la nebbia era densa; la Cattedrale pareva enorme sotto la facciata; ed era umida veramente la sua pietra. Arrivati in fondo alla piazza ci voltammo a guardare il Duomo, era bellissimo nella nebbia.

Ovviamente Hemingway colora con la fantasia i suoi ricordi di diciannovenne innamorato; pur essendo la nebbia una caratteristica di Milano, è difficile immaginare piazza del Duomo avvolta dalla nebbia in piena estate.

A ottobre, ormai guarito, Ernest è nuovamente inviato sul fronte del Monte Grappa; si ammala di nuovo e torna a Milano per le cure. A fine anno, congedato dalla Croce Rossa, si imbarca a Genova per gli Stati Uniti. Lui e Agnes si rivedono per l'ultima volta.

Ernest Hemingway all'Ospedale della Croce Rossa Americana (Bild: Keystone / Everett Collection)

Nel 1922 Hemingway tornerà a Milano come giornalista del Toronto Star, accompagnato dalla moglie Hadley Richardson, sposata l'anno precedente. L'esperienza italiana, servirà come base allo scrittore per almeno una decina di racconti brevi. Poche settimane più tardi la ragazza gli comunicherà l'imminente matrimonio, che poi non avrà luogo, con un ufficiale italiano.

Anche la fine della storia d'amore troverà posto, insieme alle avventure di guerra, nelle pagine di Addio alle armi, pubblicato a New York nel settembre del 1929.