Acquisto della casa di Alessandro Manzoni fatto dalla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde

Scheda redatta da Giulia Maffina

Come ricordava nel 1988 Giancarlo Vigorelli, il poeta Delio Tessa consigliava di entrarvi lasciando le scarpe fuori dalla porta per sottolineare la sacralità di quel luogo: “anche le scarpe che scricchiolano infastidiscono. Bisognerebbe lasciarle alla porta e camminare in pantofole”.

La casa in cui Alessandro Manzoni visse dal 1813 al 1873, a Milano fra piazza Belgioioso e via Morone 1, fu messa in vendita dai discendenti appena dopo la morte dello scrittore e venne ceduta al conte Bernardo Arnaboli Cazzaniga per 280.000 lire.

Nel 1918, alla morte dell’Arnaboldi, la casa passò ad Attilio Villa; il giardino fu scorporato e venduto a Benigno Crespi.

Nel 1922 la casa passò un’altra volta di mano e fu acquistata dai fratelli Dubini; il giardino fu ceduto nel secondo dopoguerra dai Crespi alla Banca Commerciale Italiana.

Con Regio Decreto Legge dell’8 luglio 1937 n. 1679 fu istituito il Centro Nazionale di Studi Manzoniani, la cui sede fu inizialmente stabilita a Palazzo Sormani.

Nella seduta della Commissione Centrale di Beneficenza Cariplo (CCB) del 14 luglio 1938, anche per sollecitazione del Ministro della Pubblica Istruzione Bottai, la Cassa di Risparmio diede esecuzione al Regio Decreto Legge del 17 marzo 1938 n. 193 convertito in legge 4 giugno 1938 n. 887 “Concernente l’acquisto da parte di questa Cassa di Risparmio, mediante espropriazione, della casa ove Alessandro Manzoni abitò in Milano, via Morone”.

Il decreto del 17 marzo stabiliva che la Cassa poteva procedere all’acquisto “per causa pubblica utilità”, previo esproprio, e che l’edificio sarebbe stato assegnato “in perpetuo” al Centro Nazionale per gli Studi Manzoniani.

La perizia, effettuata dall’ing. Ferrini, valutò lo stabile 1.400.000 lire, somma che la Cassa di Risparmio fu autorizzata dalla CCB a depositare presso la Cassa Depositi e Prestiti al fine di poter procedere con l’esproprio.

Il 20 marzo 1941, con rogito del notaio Pedalino, si formalizzò la donazione al Comune di Milano “allo scopo di favorire la istituzione e l’attività del Centro di Studi Manzoniani costituito dallo Stato”, come si evince dal Bilancio della Cariplo dell’esercizio 1941 e suoi allegati.

Nelle carte di presidenza di Giuseppe De Capitani D’Arzago, recentemente inventariate, sono conservate, tra la corrispondenza, alcune lettere autografe di Giovanni Gentile, in quell’occasione in veste di organizzatore del Centro manzoniano, sull'espropriazione del Palazzo di via Morone per farne la sede del centro. In queste si fa riferimento al decreto legge n. 193 proposto da Bottai, per ordine del Duce. Nel 1973, in occasione del 150° della fondazione della Cassa di Risparmio e del centenario della morte dello scrittore, l’istituto di credito finanziò un grande restauro della Casa a cui seguirono altri interventi nel 1987, in ricordo del cinquantesimo dell’istituzione del Centro; nel 2015 Intesa Sanpaolo ha finanziato il restauro conservativo e la riqualificazione dell’edificio permettendo la sua riapertura al pubblico.

Persone collegate

Giuseppe De Capitani D'Arzago
15 febbraio 1870 - 17 novembre 1945

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