Virgilio Ferrari

Pordenone, 9 marzo 1888 - Milano, 12 giugno 1975
Attività
Amministratore pubblico, Medico
La formazione
Il sindaco di Milano Virgilio Ferrari, cugino di Emilio Caldara, nacque a Pordenone, da genitori lombardi: Achille, fervente garibaldino, e Giuseppa Giorgi. Frequentò le scuole a Como, per poi iscriversi alla Facoltà di veterinaria di Milano nel 1904 con una borsa di studio quadriennale. Dopo aver conseguito la laurea con pieni voti assoluti alla Scuola di veterinaria, vinse nello stesso anno, il 1908, il concorso per veterinario presso il macello di Fiume. Ma dopo solo un anno si dimise da quell'impiego per iscriversi nuovamente all'Università, questa volta scegliendo medicina a Pavia. Fu allievo di Camillo Golgi, con il quale si laureò a pieni voti nel 1914, e divenne assistente volontario di Carlo Forlanini.
Ferrari medico
All'inizio del 1915 risulta iscritto tra i medici supplenti presso l'Ospedale Maggiore di Milano e a marzo dello stesso anno venne assegnato alla succursale di Cernusco sul Naviglio a supplire il dott. Mario Redaelli; chiamato alle armi lo stesso anno, scelse di servire negli ospedali da campo.
Il 27 ottobre 1917 fu fatto prigioniero e inviato a Sigmundsherberg. Dopo la guerra, dal gennaio 1919, venne nominato medico assistente ordinario presso l'Ospedale Maggiore e assegnato alla succursale di San Vittore per tubercolotici fino al 1923.
Nel 1919 fu anche tra i fondatori della Lega dei medici socialisti.
In seguito a concorso divenne, alla fine del 1923, vice primario medico specialista dell'Ospedale per tubercolotici di Garbagnate Milanese.
In questi anni diresse anche l'Ambulatorio comunale curativo antitubercolare per bambini delle scuole e per i poveri, sito in via della Signora a Milano e gestito dal Consiglio degli Istituti Ospitalieri, che lascerà nel 1928 per dedicarsi esclusivamente all'attività presso l'Ospedale di Garbagnate. Divenuto primario del Sanatorio nel 1930, venne arrestato dalle autorità fasciste con l'accusa di aver favorito la fuga di Turati in Francia. Rilasciato, fu nuovamente arrestato nel 1944 dalle brigate nere di Bollate nell'ambito del rastrellamento del personale dell'Ospedale di Garbagnate. Venne portato a San Vittore e poi deportato in campo di concentramento a Bolzano.
Ferrari amministratore pubblico
Rientrato a Milano nel 1945, riprese l'incarico a Garbagnate, che lasciò poco dopo per dedicarsi alla pubblica amministrazione: entrò nel 1946 in consiglio comunale a Milano, nelle fila del partito socialista, nel 1947, passato al partito Socialdemocratico Italiano, venne nominato assessore all'igiene. Il suo impegno pubblico fu premiato con la nomina a sindaco della città, succedendo a Greppi nel giugno del 1951. Rimase in carica per due legislature fino al 1961, periodo durante il quale riuscì a realizzare importanti opere per la comunità: la costruzione della prima linea metropolitana, l'organizzazione del sistema aeroportuale, l'apertura della nuova centrale del latte, la riapertura dei musei del Castello, l'istituzione della civica biblioteca di palazzo Sormani, l'organizzazione e l'apertura delle scuole speciali per bambini affetti da deficit visivo e auditivo (via Clerici), per i logopatici (viale Zara), per i motulesi (via Sant'Elembardo) e per i bambini affetti da patologie psichiche (via Colleoni).
Concluso il mandato, si presentò alle elezioni politiche del 28 aprile 1963 e divenne deputato per il Partito socialista, dal quale fu scelto per far parte della Commissione lavoro e previdenza sociale.
Terminata la legislatura si presentò alle politiche nella lista del Partito Socialista democratico e venne eletto deputato fino al 1968.
Negli anni successivi si dedicò nuovamente alla professione medica e agli studi. Si spense il 12 giugno 1975 presso la casa di riposo per anziani del comune di Milano in via Panigarola (oggi intitolata RSA "Virgilio Ferrari") lasciando la moglie, Laura Calciati e la figlia Silvia, entrambe medici. Fu tumulato nel Civico Mausoleo Palanti presso il Cimitero Monumentale e ricordato nel Famedio.
Persone collegate
