Giovanni Broglio

Scheda redatta da Ornella Selvafolta

Trarego (Verbania), 8 aprile 1874 - Milano, 1956

Attività
Architetto

Forse nessun altro architetto come Giovanni Broglio ha legato il suo nome, la sua esperienza e la sua riflessione al tema dell’abitazione per le classi meno abbienti. Al suo attivo stanno migliaia di locali di abitazione e più di 40 quartieri che hanno scritto la storia dell’edilizia popolare, segnando il volto di intere parti di Milano e determinando i modi di vivere di molte generazioni di cittadini.

Nato nel 1874, a soli quindici anni Broglio si trasferisce in città da Trarego (Verbania) luogo originario della famiglia, per lavorare come manovale e frequentare contemporaneamente una scuola edile. A questo periodo della giovinezza, passato in notevoli ristrettezze economiche, egli fa risalire il senso più profondo del suo interesse per il tema dell’alloggio popolare, come scriverà nel volume “L’istituto della case popolari di Milano e la sua opera tecnica dal 1909 al 1929”:

“Quando passai la mia adolescenza a Milano, alloggiai in una locanda che ospitava in due locali dieci persone, delle quali sette dormivano in un’unica camera di 25 mq. Il servizio di latrina era in fondo alla ringhiera, come in tutte le case popolari di allora. Quindi mancanza assoluta di igiene, poca aria, poca luce, nessuna possibilità di mantenere la pulizia”.

Gli anni della formazione

Attraverso il lavoro, lo studio e il sacrificio, egli riesce quindi a migliorare se stesso e a superare la miseria, seguendo un “percorso in ascesa”, scandito da una serie di tappe formative che passano dai corsi serali di “Disegno elementare” dell’Accademia di Belle Arti di Brera alla “Scuola dei capomastri costruttori edili” dell’Istituto Carlo Cattaneo, dalla “Scuola elementare e superiore di Architettura” (sempre a Brera), al conseguimento, nel 1900, del diploma di “Professore di disegno architettonico”.

Divenuto vice-direttore della Cooperativa Lavoranti Muratori di Milano, Broglio acquista dimestichezza sia con le varie pratiche di cantiere e i diversi procedimenti costruttivi, costruendosi una solida base di esperienza e di concretezza professionale che sarà successivamente messa a frutto.

Il modello dei quartieri operai

Nei primi anni del Novecento entra in contatto con la Società Umanitaria, che sta prospettando un intervento nel campo dell’edilizia per abitazioni operaie. Nel 1904 il Consiglio Direttivo dell’ente decide di affidargli il progetto del primo quartiere operaio in zona Macello, fuori di Porta Genova. La scelta è motivata non solo dalla sua professionalità, ma anche da una storia personale che incarna gli ideali stessi dell’Umanitaria e la sua fiducia in chi sa “rilevarsi da sé medesimo”.

Nei programmi dell’Umanitaria la cultura dell’abitare non deve esaurirsi nell’orizzonte privato, ma deve avvalorarsi nell’orizzonte collettivo della convivenza sociale e deve favorire esperienze qualificate di vita e lavoro: un principio che trova in Broglio un convinto aderente e un giusto interprete. La sua visione è infatti altrettanto lungimirante, tanto da contribuire attraverso le sue realizzazioni a rendere i due quartieri dell’Umanitaria (Solaro e Rottole) un modello apprezzato in ambito internazionale, per ampiezza di vedute, attualità di concezione e generosità di attrezzature.

Un prospetto del Quartiere Solari progettato da Giovanni Broglio (1905)

Alla testa dello IACP

Dopo una vita costantemente dedicata alla casa (dal 1913 al 1934 sarà a capo dell’ufficio tecnico dell’Istituto Autonomo per le Case Popolari di Milano), Giovanni Broglio muore nel 1956 a Milano, e nello stesso anno la città di Milano gli conferisce la “Medaglia d’oro del Comune”.

(L'illustrazione in alto è stata realizzata da Gastone Mencherini)