Prospero Moisè Loria

Mantova, 7 aprile 1814 - Milano, 28 ottobre 1892
Attività
Filantropo
L’Ottocento è uno dei secoli in cui più sentita è la vocazione filantropica. Un grande esempio di questa tendenza sarà la figura di Prospero Moisé Loria, a cui si deve la fondazione della Società Umanitaria.
Nato a Mantova nel 1814 da famiglia ebraica e ebreo lui stesso, Loria – geniale autodidatta e intelligente imprenditore – si recherà, giovanissimo, a Trieste dove, grazie all’eredità paterna, inizierà un proficuo commercio di legname. A Trieste, Loria si troverà a contatto con un mondo cosmopolita, lontano da controversie religiose e grandemente interessato allo sviluppo del commercio e dell’imprenditoria: soprattutto in Oriente. Loria, in società con il fratello Salomon Aron, coglierà questa occasione, aprendo in Egitto un importante commercio di legname.
L'attività imprenditoriale in Egitto
Qui, grazie all’amicizia e alla stima personale del Vicerè d’Egitto Mohammed Alì Pascià, in breve tempo, i Fratelli Loria avranno l’esclusività della fornitura di legnami per la costruzione di palazzi pubblici e privati e soprattutto della nascente rete ferroviaria. Questo comporterà un enorme incremento della loro attività commerciale e, conseguentemente, degli utili. Sciolta, nel 1854, la società con il fratello, Loria amplierà ulteriormente il raggio d’azione delle sue imprese, estendendo i suoi interessi anche al campo immobiliare e fondiario: da cui ricaverà cospicui ricchezze. A questa sua vocazione imprenditoriale, Loria – frattanto iniziatosi alla Massoneria – affiancherà una convinta e sentita attività filantropica. All’inizio, sarà rivolta ai confratelli israeliti triestini a cui donerà le sue rendite fondiarie per incentivare e formare alla carriera marinaresca (Pia Fondazione Prospero Moisé Loria di Trieste).
Il rapporto con Osvaldo Gnocchi Viani
In seguito – quando si trasferirà a Milano – sarà rivolta all’elevazioni delle condizioni sociali di tutti i lavoratori, promuovendone la formazione, professionale, sociale e culturale. In linea con le più avanzate correnti sociali del suo tempo, grazie anche all'apporto concettuale di Osvaldo Gnocchi Viani (che sarà in effetti il suo ghost writer), Loria opterà non per una filantropia esclusivamente assistenziale e benefica, bensì a fornire un concreto supporto ai meno abbienti affinché potessero elevarsi moralmente, umanamente e civilmente. Così Gnocchi Viani ricordava l'idea primigenia di questa nuova istituzione nel volumetto "L'Umanitaria e la sua opera", edito in occasione dell'Esposizione Internazionale del 1906:
"Una cosa sola, vista dovunque, in patria e fuori, ha trovato la via della sua anima: lo spettacolo increscioso degli accattoni e dei vagabondi, donde le sue idee cardinali, della Casa di Lavoro e dell'Ufficio di indicazioni nelle quali si soffermò dogmaticamente, visitando nei suoi viaggi, a Genova la Casa Benefica, a Firenze la Casa di Lavoro, e toccando con mano, a Milano, le ingiustizie nella pubblica e privata beneficenza, che scaturivano naturalmente dalla mancanza di una norma generale, direttiva, che armonizzasse le varie Istituzioni e togliesse la irrazionalità e la confusione nella distribuzione dei soccorsi. Una Società di volenterosi, col contributo anche di sola una lira, ma allargante la sua base su tutti i paesi, avrebbe potuto, a suo parere, dar vita e salutare efficacia a quelle due Istituzioni: era la sua Società Umanitaria".
Il testamento
Con questo spirito, Loria donerà, in lascito testamentario, l’enorme somma di tredici milioni in lire-oro per costituire la Società Umanitaria in Milano, affinché attuasse e rendesse reali i suoi sogni, i suoi progetti e le sue aspettative. Come doveva agire questa nuova istituzione Loria lo aveva indicato quasi dieci anni prima, in un opuscolo per il Congresso di Beneficenza pubblica, indetto a Torino dal 7 al 15 Settembre 1884:
"La sua capacità di espansione dovrebbe essere illimitata, tanto sotto il riguardo delle persone da beneficarsi, quanto sotto quello dei luoghi a cui potrebbe estendersi. Essa offrirebbe una mano soccorrevole a chiunque avesse di lei bisogno, e se oggi dovesse, per speciali circostanze, limitarsi a un piccolo luogo e ad un limitato soccorso, domani potrebbe estendersi ad un luogo più grande, a tutto uno stato, a più stati, a più popoli, a tutti i popoli, e all’appagamento di sempre maggiori bisogni".
La Società Umanitaria – costituitasi un anno dopo la sua morte, avvenuta nel 1892 – ha raccolto la sua eredità spirituale e ha trasformato in realtà quella che poteva sembrare l’utopia di un visionario.
Prospero Moisé Loria è sepolto nel Cimitero Monumentale di Milano che lo considera uno dei suoi più illustri concittadini. La sua figura e il suo straordinario messaggio è presente – e sarà sempre presente – in ogni attività intrapresa dalla Società Umanitaria, a perenne ricordo della fiamma di una straordinaria passione e di un altrettanto straordinario spirito fraterno.
(L'immagine in calce al testo è stata realizzata da Gastone Mencherini)