Giorgio Bezzecchi

Scheda redatta da Fabrizio Pesoli

Pavia, 1961 (vivente)

Giorgio Bezzecchi è nato a Pavia nel 1961. Dopo anni di collaborazione con il Comune di Milano, oggi è consulente del Consiglio di Europa per il programma Romact di inclusione dei rom, in particolare per il Comune di Pavia. «Sono nato in una famiglia di rom Harvati, provenienti dalla Slovenia», racconta. «I miei genitori furono internati nel campo di Tossicia, in Abruzzo. I miei nonni, più sfortunati, finirono ad Auschwitz… e passarono per il camino». Primo zingaro a diplomarsi in una scuola superiore milanese, Bezzecchi da sempre è impegnato nella promozione della cultura del suo popolo: «Purtroppo la qualità della vita di rom e sinti in Italia è drammaticamente vicina a quella di chi vive in alcuni Paesi del Terzo mondo. Non c’è da stupirsi se in una simile emarginazione spunta la microcriminalità. Per questo bisogna passare da un approccio emergenziale a uno che punti su scolarizzazione e lavoro. E superare i campi nomadi con nuovi modelli abitativi». Ma qual è il carattere distintivo della cultura rom? «Certamente la famiglia allargata, che è un grande fattore di forza e di sostegno psicologico per il singolo. Non è un caso che il suicidio sia praticamente sconosciuto nella nostra comunità». Nella sua vita ricca di incontri ce n’è stato uno speciale, quello con Fabrizio De Andrè. «Un giorno Fabrizio mi cercò, doveva tradurre in lingua romanès il testo di Khorakhané. Non era la prima volta che lavoravo con un artista, la presi come l’ennesima consulenza. Ma poi il rapporto si tramutò in stima e infine in amicizia. Era colto, carismatico, eppure era lui a cercare me, non il contrario. Insomma una vera amicizia, un’amicizia romanì».

Comunità collegate