Gino Marzani

Scheda redatta da Francesco Lisanti

Villa Lagarina (Trento), 24 luglio 1878 - Trento, 5 febbraio 1964

Attività
Avvocato

L'avvocato degli irredenti

Gino Marzani nacque a Villa Lagarina, in provincia di Trento il 24 luglio nel 1878, da Adele Devigili e Silvio Marzani, il farmacista del paese. Compiuti gli studi classici in un liceo di Trento si iscrisse all’università a Graz, laureandosi in legge nel 1903. Fin da giovane si connotò per i forti sentimenti filoitaliani, divenne infatti parte attiva di quell’associazionismo che fu per gli irredentisti allo stesso tempo rifugio e campo d’azione, spesso sotterranea e lontana dagli occhi austroungarici, ricoprendo in esse cariche di prim’ordine: fu tra i fondatori e presidente della Società degli Studenti Trentini;

Studenti trentini reduci dalle dimostrazioni di Innsbruck (Archivio Storico Digitale Patria Italia)

appassionato di montagna e dell’ascesa alle alte vette fu membro di direzione e poi vicepresidente della Società Alpinisti Tridentini; fu consigliere e poi presidente dell’associazione Pro Cultura di Trento; fu membro della Lega Nazionale e della Dante Alighieri. Tutte istituzioni che, come scrisse Pietro Pedrotti nel 1918, si distinsero per l’alacre attività, fra tanto abbandono, nel tenere in vita in un piccolo paese la corrente degli studi storici e letterari, e di raccogliere e conservare i documenti più notevoli della comunità italiana in quella terra allora straniera.

Il suo attivismo verso una pari dignità degli studenti trentini e triestini lo portò a partecipare nel 1903 alle proteste scoppiate all’università di Innsbruck, che sfociarono in un pogrom per gli studenti italiani. Insieme ad Alcide de Gasperi, allora studente di filosofia a Vienna, e a Cesare Battisti, che a causa del pangermanesimo non era riuscito ad ottenere nessuna cattedra universitaria, fu tra i protagonisti dell’iscrizione in massa degli studenti italiani all’università austriaca, chiedendo l’apertura di corsi in lingua italiana per ottenere come contropartita la creazione di università a Trieste e Trento. Il suo legame con Cesare Battisti non si esaurirà con le proteste di Innsbruck. Gino iniziò ad esercitare la professione forense a Rovereto, nello studio di Antonio Piscel, compagno di università a Graz che era diventato avvocato a Milano, dove aveva conosciuto la futura moglie Enrica Sant'Ambrogio, milanese dell'alta borghesia che fu direttrice didattica e amica di Maria Montessori. Marzani nel 1906 ebbe il suo caso più grosso e complicato, difese infatti i 42 trentini che reagirono ad uno sconfinamento degli austriaci con le bastonate, il famoso processo per i fatti di Pergine e Calliano, facendoli tutti assolvere. Continuò ad esercitare la professione di avvocato a Rovereto fino al 1914. Nel tempo libero si dedicò alla pittura, raggiungendo buoni risultati, tanto da partecipare con Carlo Marzani, figlio del pittore Agostino Marzani, e con Attilio Lasta, ad una grande esposizione artistica allestita a Villa Lagarina in occasione dell'inaugurazione delle nuove campane della chiesa del paese. 

A Milano con la Commissione dell'Emigrazione Trentina

Con lo scoppio della guerra dovette abbaondare le terre irredente e venire a Milano, dove fu accolto dal vecchio amico e compagno di lotta Cesare Battisti, cominciando a collaborare con la Commissione dell'Emigrazione Trentina come segretario generale per aiutare che in massa si riversavano in città.

Copertina de Il martirio del Trentino, per cura della Commissione dell'Emigrazione Trentina in Milano e della Sezione trentina dell'associazione politica degli italiani redenti in Roma, Trento 1921

Marzani trascorse tutta la guerra nel capoluogo lombardo, e nel 1919, finiti i combattimenti e stretti gli accordi di pace, tornò a Trento dove riprese l'attività legale. Nel 1921 curò per la Commissione dell'Emigrazione la pubblicazione "Il martirio del Trentino", in cui veniva raccontata la storia della regione e dei suoi abitanti concentrandosi sugli anni di guerra, sull'irredentismo e sulla condizione di un popolo scacciato dalle proprie case e rifugiatosi in Italia. A questo contribuì anche con alcuni testi: "Nel turbine", nella quale raccontò la situazione del Trentino alla vigilia dell'assassinio da parte di Gavrilo Princip dell'Arciduca Francesco Ferdinando; "I fuoriusciti in Italia durante la neutralità", in cui si concentrò su quei compatrioti che furono costretti a fuggire in Italia e ad organizzare con le realtà locali una forma di assistenza per chi fuggiva dalla guerra; "Cesare Battisti", una biografia del compagno che era morto in guerra da martire; "Katzenau ed altri campi di concentramento", dove descrisse la dura realtà dei campi di prigionia austriaci, dove il padre Silvio, accusato di avere gli stessi sentimenti filoitaliani del figlio, fu rinchiuso insieme alla sorella di Gino, Ilda. Le accuse furono mitigate dal fatto che il materiale sequestrato dagli austriaci a Villa Lagarina alla casa dove i Marzani vivevano, fra cui corrispondenza compromettente e un distintivo dell'associazione irredentista "Corda Fratres", furono attribuiti come proprietà al figlio, che però ormai era espatriato a Milano e non più perseguibile. Di orientamento liberale, durante il fascismo fu critico verso il regime, e dal 1948 fino alla sua morte, avvenuta nel 1964, fu rappresentante di Trento, Rovereto e Bolzano nel Consiglio nazionale forense.