Giuseppe Mussi
Milano, 2 gennaio 1836 - Baveno, 18 agosto 1904
Attività
Amministratore pubblico, Giornalista, Politico
Giuseppe Mussi nacque a Milano il 2 gennaio 1836 da Luigi e Carolina Argenti.
Alunno del Collegio Ghislieri, si laureò in giurisprudenza all’Università di Pavia nel 1860, ma non esercitò mai la professione di avvocato, prediligendo l’attività giornalistica e quella politica, attraverso cui ebbe modo di propagandare e dare concretezza ai suoi ideali.
Il pubblicista
Mussi collaborò infatti a numerose testate dal “Gazzettino rosa” di Cavallotti, sul quale firmava con lo pseudonimo di Galletto di donna Cecca, alla “Gazzetta di Milano”, da “Il diritto” e “L’Unione” a “Il Secolo” di Edoardo Sonzogno a “La capitale”, periodico fondato dal fratello di quest’ultimo, Raffele Sonzogno.
Dal 1875 al 1877 fu inoltre condirettore insieme a Felice Cavallotti e ad Andrea Ghinosi (1835 – 1877) del periodico “La Ragione” - nato con il sostegno di Benedetto Cairoli, Giuseppe Zanardelli e Agostino Bertani, della Società democratica e dell’Associazione progressista – da cui si allontanò per tornare a collaborare con "Il Secolo".
L’attività politica
Assai precoce fu l’impegno politico di Giuseppe Mussi, schierato su posizioni democratiche: a soli 25 anni, nel 1861, venne infatti eletto nel Consiglio provinciale di Milano, mentre dal 1864 al 1868 fu sindaco di Corbetta, località in cui si era stabilito con la famiglia. Nel frattempo, nel 1866, aveva fatto ingresso alla Camera dei deputati, dopo che per ben due volte l’anno precedente la sua elezione era stata annullata poiché non aveva ancora raggiunto l’età stabilita dallo statuto albertino per l’elettorato passivo.
Nel 1868 venne inoltre eletto consigliere comunale di Milano, incarico in cui venne riconfermato nel corso di tre decenni, ricoprendo contemporaneamente per la seconda volta il ruolo di primo cittadino di Corbetta dal 1879 al 1886. Iniziato nel 1871 alla Massoneria, cui si era accostato per il tramite di Lodovico Frapolli, nel 1897 divenne Gran Maestro aggiunto ad vitam del Grande Oriente d’Italia.
Sposato con Giuditta Albini, ebbe due figli: Muzio, morto a Pavia alla vigilia dei moti del maggio 1898 e Barbara (Rina), sposata con l’avvocato Giuseppe Cazzamini (+ 1905), da cui nacque il letterato Francesco.
Sindaco di Milano
Ricoprì la carica di sindaco di Milano dal 18 dicembre 1899, privilegiandola anche rispetto all’incarico di senatore al quale fu chiamato nel 1901. Sostenuto da una composita maggioranza formata da radicali, repubblicani e socialisti, dovette tuttavia dimettersi prima del termine del mandato, il 16 dicembre 1903, per contrasti con gli alleati repubblicani.
Durante il suo mandato presero corpo alcune importanti iniziative assistenziali, come il Comitato per i Ricoveri notturni gratuiti di Milano, e venne dato avvio ai lavori per la realizzazione della grande Esposizione internazionale del 1906, del cui comitato organizzatore era stato designato Presidente onorario.
Giuseppe Mussi morì a Baveno il 18 agosto 1904.
Fu sepolto al Cimitero Monumentale di Milano nell’edicola di famiglia progettata dallo scultore Metello Motelli, dove venne collocato un ricordo marmoreo opera di Antonio Minasi, che nel 1899 aveva già realizzato il busto di Muzio Mussi.