Alda Levi Spinazzola

Bologna, 16 giugno 1890 - Roma, 23 giugno 1950

Attività
Amministratrice pubblica

Milano, Piazza Fontana nel 1935 (Archivio Fotografico del Comune di Milano)

Alda Levi nacque a Bologna nel 1890. Conseguita la laurea in Filologia Classica all’Università di Padova nel 1913, già nel 1915 fu assunta come ispettrice presso la Soprintendenza agli Scavi e ai Musei delle province campane e di Campobasso, con sede a Napoli. Nella città partenopea iniziò la collaborazione con il soprintendente Vittorio Spinazzola, che sarebbe diventato in seguito suo marito. Si occupò in particolare degli scavi di Baia, Cuma, Pozzuoli e Sorrento.

Gli studi

Assieme a Spinazzola, deciso oppositore del fascismo, fu costretta a lasciare la Campania per trasferirsi a Bologna, dove nel 1923 aveva ottenuto la libera docenza in archeologia presso l'Università. Anche il fratello Giorgio aveva intrapreso la carriera accademica divenendo titolare della cattedra di chimica, prima a Milano e poi a Pavia. Entrambi decadranno dai loro incarichi in seguito alle disposizioni razziali del 1938.

Pochi mesi dopo il suo arrivo a Bologna, Alda Levi venne trasferita a Milano.

L'esperienza milanese e gli anni della persecuzione

Nonostante la scarsezza di mezzi e personale, come unica responsabile della tutela archeologica della Lombardia, lavorò con dedizione e passione per la tutela dei reperti che vennero alla luce in quel periodo, durante il rifacimento dell'intero centro di Milano, predisposto dal nuovo Piano regolatore. Vogliamo ricordare tra gli altri interventi la sistemazione di piazza Fontana, in cui vennere alla luce tratti delle mura romane; il primo scavo dell'anfiteatro, nella zona ora Conca del Naviglio; le tombe romane in piazza Vetra; gli scavi per la realizzazione della sede centrale della Federazione fascista in piazza San Sepolcro che portarono alla luce i resti del Foro.

Milano, Alda Levi nel cantiere del teatro (Soprintendenza Archeologia della Lombardia)

Preziosi furono i suoi studi sulla Patera d'argento di Parabiago, uno degli oggetti più preziosi oggi conservati al Museo Archeologico milanese, delle cui collezioni entrò a far parte nel 1929. La sua brillante carriera si interruppe in seguito alla pubblicazione del manifesto della razza e le seguenti leggi razziali del 1938. Come tutti gli altri ebrei fu costretta ad abbandonare i suoi incarichi pubblici. Alla morte del marito, nel 1943, abbandonò la casa di viale Romagna 37, sita in un edificio costruito e amministrato dallo IACP, e si rifugiò clandestinamente a Roma. Per sfuggire alle persecuzioni fu costretta a rifugiarsi nel Museo delle terme, allora chiuso, aiutata da un parente del marito. Al termine del conflitto fu reintegrata nella Soprintendenza Archeologica di Roma, occupandosi degli scavi di via dell'Abbondanza di Pompei. Non rientrò più a Milano, ma i suoi beni immobili in città, requisiti ed amministrati dal fondo EGELI durante gli anni della guerra, le furono restituiti.

Attestato di decadenza dalla libera docenza (Archivio storico Università degli Studi di Bologna)

Morì nel 1950 a Roma. La sua figura di studiosa, archeologa, funzionaria pubblica impegnata nella tutela del patrimonio artistico italiano, ma discriminata per motivi razziali e politici, è stata riscoperta solo recentemente, anche attraverso la intitolazione dell'Antiquarium milanese, annesso agli scavi dell'anfiteatro. 

 

Fonti:

Anna Ceresa Mori, Alda Levi: una pioniera dell'archeologia italiana, in Archeologia Classica e post-classica tra Italia e mediterraneo. Scritti in ricordo di Maria Pia Rossignani, 2016

Archivio Banca Intesa, Fondo EGELI, fasc. Alda Levi Spinazzola