Anna Maria Mozzoni

Milano, 5 maggio 1837 - Roma, 14 giugno 1920
Attività
Emancipazionista, femminista, Giornalista
Di nobili origini, Anna Maria (Marianna) Mozzoni nacque a Milano il 5 maggio 1837 da Giuseppe, appassionato di fisica e matematica, e da Delfina Piantanida. Nel 1842 entrò nel Collegio della Guastalla, da cui uscì nove anni più tardi con idee «tutte contrarie a quelle che si professavano».
Approfondì la sua formazione come autodidatta, appassionandosi alla lettura dei volumi della ricca biblioteca di famiglia e avvantaggiandosi delle colte frequentazioni del salotto di casa.
Nel 1855 pubblicò la sua prima opera: La masque de fer, una commedia in tre atti data alle stampe per i tipi di Giuseppe Chiusi.
Nel corso degli anni Sessanta del XIX secolo sviluppò uno speciale interesse per la condizione femminile, cui dedicò una serie di scritti in cui avanzava l'esigenza di un rinnovamento dei rapporti di genere, rivendicando altresì il diritto al voto politico e amministrativo: La donna e i suoi rapporti sociali (1864); La donna in faccia al progetto del nuovo codice civile italiano (1865) e Un passo avanti nella cultura femminile (1866).
A questa produzione affiancò, nel 1870, la traduzione del volume di John Stuart Mill, The subjection of Women (La servitù delle donne), uscito a Londra l'anno precedente, in cui l'autore sosteneva la "perfetta uguaglianza" tra i due sessi e reclamava il suffragio universale.
Nel 1878 partecipò al Primo Congresso internazionale per i diritti delle donne, promosso e finanziato dall'italiana Maria Malliani Traversari (o de Travers) (1841-1878), che si svolse a Parigi dal 25 luglio al 9 agosto in concomitanza con l'Esposizone Universale, pronunciando il discorso d'apertura e un indirizzo ufficiale al banchetto finale.
Nel 1880, insieme a Paolina Schiff e a Cristina Rossi Lazzati, fondò a Milano la Lega promotrice degli interessi femminili, che si proponeva di "concorrere a migliorare le condizioni sociali della donna mediante lo studio delle questioni che la riguardano e l'operoso zelo onde avviarne nell'opinione e nel fatto la soluzione" (art. 1 dello Statuto).
Delegata della Lega promotrice, ne presentò le aspirazioni al Comizio dei comizi (o Assemblea della Democrazia) che si tenne a Roma l'11 e 12 febbraio del 1881, ribadendo con forza l'urgenza del riconoscimento del diritto di voto.
Sullo stesso tema, in quello stesso anno, indirizzò a Giuseppe Zanardelli dalle pagine della rivista "La Donna" diretta da Gualberta Alaide Beccari un'accorata lettera critica sul suo progetto di riforma della legge elettorale, che ebbe vasta eco sebbene non approdasse a risultati concreti.
In relazione con Agostino Bertani, nel 1883 collaborò alla prima inchiesta sulle condizioni dei contadini e degli operai in vista della redazione di un nuovo codice sanitario.
Nel 1884, pubblicò Alle fanciulle, un opuscolo di propaganda socialista, con la prefazione dell'amico Costantino Lazzari.
Le sue convinzioni progressiste e l'attenzione ai temi sociali, l'avvicinarono al progetto per l'apertura del primo dormitorio pubblico di Milano, spingendola ad aderire al comitato promotore degli Asili Notturni Sonzogno, inaugurati il 1° novembre 1884, insieme all'amica Paolina Schiff.
L'anno seguente, ancora insieme a Bertani, si recò a Portoferraio per incontrare l'anarchico Giovanni Passanante rinchiuso nel carcere dell'Isola d'Elba per un fallito attentato a re Umberto I (17 novembre 1878). Ne segì una lettera al sovrano e un articolo dal titolo Come muore Passanante, in cui denunciava le condizioni di vita del condannato. L'articolo, pubblicato su "L'Italia del Popolo" e "Il Messaggero", ebbe forte presa sulla pubblica opinione e contribuì al trasferimento dell'anarchico al manicomio di Montelupo Fiorentino, dopo una perizia eseguita dagli psichiatri Serafino Biffi e Augusto Tamburini.
Nel 1886 Anna Maria Mozzoni sposò il conte Malatesta Covo Simoni, da cui tuttavia si separò sette anni più tardi.
Negli anni Novanta, dopo essersi avvicinata al movimento socialista e aver partecipato con Rosa Genoni al Congresso internazionale operaio socialista di Zurigo (1893), se se ne allontanò per aperte divergenze con Anna Kuliscioff della quale non condivideva le proposte per la tutela del lavoro femminile, accostandosi invece al Partito mazziniano italiano di Felice Albani.
Trasferitasi a Roma nel 1894 insieme alla figlia Beatrice, si disaffezionò progressivamente alla vita politica attiva, senza però mai rinunciare al sogno del riconoscimento del diritto di voto, che l'aveva sempre animata.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale, si schierò con gli interventisti, considerando la discesa in campo italiana una tappa del processo risorgimentale, tanto da fondare un giornale chiamato "L’Unità d’Italia" insieme a Beatrice Sacchi, Irma Melany Scodnik e Anita Pagliari .
Morì a Roma il 14 giugno 1920.
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