Casa dell'Operaio

Scheda redatta da Daniela Bellettati

Ricoveri e convitti

Sede
Casa dell'Operaio (già piazza Miani) (1928 - 1933)

Sede della Casa dell'Operaio (Città di Milano, marzo 1929)

La Casa dell’Operaio nacque nel 1928, dalla trasformazione della Casa degli Emigranti, gestita dalla Società Umanitaria, che si trovava in piazza Miani, alle spalle della stazione Centrale. La Casa degli Emigranti era stata requisita a fine gennaio del 1927 dal Commissariato Generale dell’Emigrazione, dopo qualche anno di difficile attività per la manifesta ostilità del regime fascista. Edifici e arredi passarono sotto il controllo del Commissariato, in attesa di una decisione definitiva per il futuro della struttura: gestione diretta, chiusura, passaggio all’Opera Bonomelli. Nessuna delle ipotesi prospettate fu invece adottata; il primo marzo 1928 la Casa dell’Emigrante fu derequisita e formalmente riconsegnata all’Umanitaria, che operava di fatto commissariata. Nell’autunno del 1928 i capannoni di piazza Miani riaprirono, se pur non utilizzando tutti gli edifici, con la nuova denominazione di Casa dell’Operaio, destinata all’accoglienza di  “tutti i lavoratori foresi, siano essi di transito o convenuti nella nostra città per ragioni di lavoro”.

Dopo alcuni lavori di riadattamento, la struttura poteva contare su 100 posti letto, un salone refettorio con annessa cucina, servizi sanitari e locali per la pulizia personale, una sala lettura, il deposito bagagli e un ufficio informazioni. Erano accolti emigranti da e per l’estero in transito, emigranti interni di passaggio, operai non residenti a Milano che trovavano alloggio stabile presso la Casa dell’operaio durante la settimana lavorativa. Prezzi modici assicuravano un letto pulito e un pasto caldo a chi si trovava lontano da casa. Durante i primi tre mesi di attività (ottobre, novembre e dicembre 1928) furono ospitati 8903 lavoratori, di cui 1961 operai con residenza presso la struttura. L’intenso afflusso spinse la direzione a progettare sia un ampliamento degli spazi,  per un completo utilizzo dello stabile, sia la costruzione di altre Case dell’Operaio in diversi quartieri di Milano, che non vennero però mai realizzate. Nel 1930 fu registrato un movimento di oltre 30.000 persone e un totale di 15.500 pernottamenti. In particolare si prestò assistenza alle mondariso in transito, secondo gli accordi  con il Fascio femminile e col Sindacato Agricoltori, ai quali era affidata la loro tutela; l’alloggio era facilitato anche per i comitati di beneficenza per le cure climatiche balneari giovanili; per l’Opera nazionale degli invalidi di guerra ed per altre associazioni assistenziali.

La Casa dell’Operaio fu attiva fino al 1932/33 quando fu dismessa per la sistemazione dell’area tra la vecchia e la nuova Stazione Centrale di Milano.

Refettorio della Casa dell'Operaio (Città di Milano, marzo 1929)
Dormitorio della Casa dell'Operaio (Città di Milano, marzo 1929)

 

 

 

Fonti

- Città di Milano, Bollettino municipale mensile di cronaca amministrativa e di statistica, marzo 1929

- Corriere della Sera, 17 febbraio 1931