Centri sociali dell'ECA

Scheda redatta da Giorgio Sassi

Sede legale
Palazzo Archinto (1937 - 1978)

Nel 1937 vennero istituiti gli Enti comunali di assistenza, uno in ogni comune italiano. Gli ECA presero il posto delle Congregazioni di carità, con lo scopo di “assistere gli individui e le famiglie [...] in condizioni di particolari necessità”.
L'ECA di Milano svolgeva la sua missione attraverso la gestione di alcuni istituti assistenziali per l'accoglienza di minori, di inabili al lavoro e di senza tetto, e per mezzo di erogazioni dirette a favore di persone in difficoltà: aiuti finanziari, innanzitutto, ma anche distribuzione di prodotti alimentari, indumenti e combustibili o aiuti specifici.

Per questo tipo di assistenza l'Ente si valeva di una rete di Uffici di zona che copriva l'intero territorio comunale. Li si recavano i cittadini ai quali la società non era in grado di assicurare un'occupazione o una pensione, vecchi e inabili al lavoro innanzitutto; una moltitudine di bisognosi che divenne ancor più numerosa in seguito alle devastazioni causate dalla guerra e che, terminata l'emergenza, venne sempre più ad identificarsi con il fenomeno migratorio, che aveva in Milano una delle mete principali.

Nel 1946 gli uffici erano decentrati in 18 zone. La loro gestione era affidata a funzionari reggenti, mentre a commissioni di nomina politica spettava l'esame delle richieste di assistenza e la decisione in merito alle eventuali erogazioni.

Un compito particolarmente delicato era l’acquisizione delle informazioni sui cittadini che si rivolgevano agli uffici: inizialmente affidato ai vigili, venne in seguito assunto direttamente dell’Ente, che si valeva di informatori appositamente addestrati.

Le notizie sugli assistiti erano raccolte in un grande schedario generale, che all’inizio degli anni ’50 comprendeva oltre 150.000 schede con i nominativi dei poveri cosiddetti "regolari", ovvero bisognosi di assistenza continuativa, e di quelli “in transito”, che ricevevano cioè aiuti straordinari per un periodo ristretto di tempo.

L'efficienza del sistema informativo costituiva uno dei pilastri della riforma del sistema assistenziale promossa da Ezio Vigorelli, presidente dell'ECA di Milano e dell'ANEA (Associazione Nazionale Enti di Assistenza), che la riteneva di fondamentale importanza per gestire numeri così rilevanti e circoscrivere il fenomeno dei cosiddetti “professionisti” dell’assistenza, che finiva per limitare ulteriormente le già scarse disponibilità di cui il settore  disponeva.

Un'altra direttrice lungo la quale si mosse l'ECA di Vigorelli e dei suoi successori fu l'utilizzo di personale specializzato in ambito assistenziale. In linea con i dettami delle scienze sociali del tempo, l'Ente attuò una progressiva riforma del settore che ebbe al centro la figura dell'assistente sociale, al quale venne affidata, tra l'altro, la gestione degli uffici di zona, che, al principio degli anni '60, assunsero ufficialmente la denominazione di Centri sociali.