Ricoveri Notturni "Giuseppe Levi"

Scheda redatta da Maria Cristina Brunati

Ricoveri e convitti

Sede
Ricoveri notturni provvisori di via Manfredo Fanti 17 (0 - oggi)

Sede
Ricoveri Notturni Giuseppe Levi (via Cesare Balbo - via Soave) (1905 - 1943)

Sede
Dormitorio di Viale Ortles (1956 - 1978)

Le origini

Le origini dei Ricoveri Notturni Levi risalgono al 28 novembre 1902 quando, in occasione di una riunione sul tema dei senzatetto organizzata a Palazzo Marino dall’associazione Soccorso fraterno con la partecipazione dei principali istituti di beneficenza milanesi, fu deliberata la costituzione di un “Comitato per i Ricoveri Notturni Gratuiti”. Fra le prime iniziative promosse dal Comitato, presieduto dal radicale Camillo Rognoni – già alla guida della Congregazione di Carità di Milano –, vi fu l’apertura di una pubblica sottoscrizione (alla quale aderirono anche la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, il Monte di Pietà, la Società Umanitaria e il Comune di Milano) che fin dai mesi invernali del 1903 e del 1904 consentì l’apertura di dormitori provvisori in via San Simpliciano, via Moscova e via Manfredo Fanti. 

La sede di via Soave

Il 25 giugno 1905 fu inaugurata una nuova e moderna sede fuori Porta Vigentina, realizzata grazie a una generosa donazione dell’israelita Giuseppe Levi (1830-1909), che nel 1904, aveva offerto al Comune di Milano una casa in via Cicco Simonetta n. 15, i cui proventi vennero destinati a dare un alloggio ai senza tetto. 

Il nuovo dormitorio, progettato dall’ingegner Luigi Mazzocchi, il quale nel 1884 aveva già costruito gli Asili Notturni Sonzogno, venne edificato all’angolo fra via Cesare Balbo 23 e via Francesco Soave 17 e poteva ospitare 253 uomini e 84 donne. La permanenza era per tutti gratuita e veniva concessa per un periodo fino a tre mesi per i senzatetto milanesi, e fino a otto giorni per gli altri. L’ammissione era concessa a chiunque non avesse un’abitazione, a esclusione di ubriachi e individui affetti da malattie mentali o contagiose. Non potevano inoltre accedere all’istituto coloro che non accettavano di sottoporsi alla disinfezione obbligatoria o rifiutavano di declinare le proprie generalità, mentre erano previste pene severe, dalla segregazione all’espulsione, nei casi più gravi di contravvenzione al regolamento interno. A volte il ricovero poteva essere coattivo, come per i vagabondi o i “sorvegliati speciali” dimessi dal carcere, per i quali era previsto un apposito camerino con inferriate.

I Ricoveri Notturni gratuiti intitolati a Giuseppe Levi ottennero il riconoscimento in ente morale con decreto 20 ottobre  1907.

Il primo dopoguerra e la fusione nell'Eca

La crisi economica postbellica verificatasi negli anni Venti produsse un considerevole incremento delle domande di alloggio, che però non sempre i dormitori erano in grado di soddisfare, dovendo a loro volta far fronte a notevoli difficoltà finanziarie, tanto che “centinaia di infelici per mancanza di posto” venivano respinti ed erano “costretti a dormire sulla pubblica via”. A questi anni risalgono le prime proposte per l’unificazione dei dormitori Levi e Sonzogno, prodromo degli interventi di coordinamento imposti dall’Ente Opere Assistenziali (EOA) e della fusione decretata infine nel 1938, quando i due istituti furono concentrati nell’Ente Comunale di Assistenza di Milano.

Contestualmente, per effetto delle leggi razziali, i Ricoveri Notturni Levi – ai quali era stata affidata anche la gestione della Casa dell’Ospitalità Fascista di via De Breme 59 – assunsero la nuova denominazione di Casa di Ristoro.