ABC, Cooperativa per Ristoranti a prezzi fissi.

Scheda redatta da Eleonora Cirant

Attività commerciali

Denominazioni
Dal 1917 al 1921, Società Cooperativa per Cucine Popolari e Ristoranti Economici

Sede
Società Anonima Cooperativa Cucine Popolari e Ristoratori Economici di via Bagutta 12 (1917 - 1919)

Sede operativa
Cucina popolare presso la Casermetta di piazza Miani (1917 - 1918)

Sede operativa
Cucine popolari presso le Robinetterie riunite di via Solari 69 (1917 - 1930)

Sede operativa
Ristorante popolare di via Dante (1917 - 1930)

Sede operativa
Cucine popolari di via Bordoni (1917 - 1930)

Sede operativa
Cucine popolari di viale Lodovica (1917 - 1930)

Sede operativa
Cucina popolare di via Farini 70 (1917 - 1930)

Sede operativa
Cucine popolari presso la Manifattura tabacchi di via Moscova (1917 - 1930)

Sede operativa
Cucine popolari presso la Fonderia milanese di acciaio di via Bacchiglione (1918 - 1930)

Sede operativa
Cucine popolari presso lo stabilimento Bianchi di viale Abruzzi (1918 - 1930)

Sede operativa
Ristorante popolare di via Spadari (1925 - 1935)

Sede operativa
Ristorante popolare di piazza Cairoli (1925 - 1935)

Sede operativa
Ristorante popolare di piazzale Oberdan (1925 - 1935)

Sede operativa
Il Grande Ristoratore Verdi (1935 - 1952)

Sede operativa
Ristorante popolare di via Merlo (1952 - 1973)

La Società Cooperativa per cucine popolari e ristoranti economici si costituisce a Milano il 17 marzo 1917, in piena guerra mondiale. 

Il rincaro del combustibile, l'arruolamento di molti uomini nell'esercito e il richiamo massiccio di manodopera femminile nell'industria fa nascere, come già era accaduto in altre città europee, la necessità di allestire cucine speciali dove i cibi vengano cotti completamente o in parte, venduti al minimo prezzo e asportati per essere consumati in famiglia e ristoranti dove si possa consumare in loco senza spese di servizio al tavolo.

A Milano l'iniziativa sorge all’interno del Piano di assistenza civile del Comune, gestito dal sindaco Emilio Caldara, dall'Ufficio III del Comitato di assistenza per la guerra, e mediante l’apporto di diversi enti cittadini tra i quali spiccano l’Unione Femminile Nazionale e la Società Umanitaria. Il primo presidente sarà Alessandro Schiavi, mentre in consiglio siederà, fra gli altri, Clara Roghi Taidelli dell'Unione. Augusto Osimo dell'Umanitaria sarà invece uno dei sindaci supplenti. Fin da subito grazie all'acquisto di azioni anche le grandi fabbriche milanesi entrano all'interno della Cooperativa.

La prima Cucina popolare viene aperta nel maggio del 1917, assumendo l’esercizio della cucina interna alla Manifattura Tabacchi, che contava allora 800 operaie.

Nel mese di giugno dello stesso anno viene aperto il primo Ristorante economico in via Dante, in luglio una seconda Cucina in via Farini e ad agosto la terza in via Ludovica.

In settembre è la volta della cucina interna alle Robinetterie Milanesi in via Solari e in novembre di quella in via Bordoni, nelle immediate vicinanze della Pirelli e della Breda.

Ne seguono altre e con l’arrivo dei profughi della Province invase, la Cooperativa installa una cucina anche in Stazione Centrale, distribuendo migliaia di minestre calde.

Nel primo dopoguerra la maggior parte delle Cucine economiche vengono chiuse e vengono aperti invece nuovi ristoranti a prezzi fissi. La stessa Cooperativa nel 1921 cambia ragione sociale e diventa “ABC, Cooperativa per ristoranti a prezzi fissi”.

È dei primissimi anni ’30 la felice iniziativa di un itinerario guidato di tre giorni per i turisti italiani o stranieri in visita a Milano, con partenza da tre delle sedi dei ristoranti dell’ABC. Dal ristorante di via Spadari il turista poteva visitare Piazza del Duomo, corso Vittorio Emanuele, corso Venezia, piazza Cavour, via Manzoni e concludere la passeggiata in Galleria Vittorio Emanuele. La seconda giornata iniziava da largo Cairoli, sede di un altro dei ristoranti dell’ABC. Castello Sforzesco, Arena, Monumentale, Arco della Pace, Fiera Campionaria, Santa Maria delle Grazie e S.Ambrogio. Il terzo giorno, partendo dal ristorante di piazzale Oberdan, la camminata era dedicata a Città Studi, allora uno dei quartieri più nuovi di Milano. E la sera, come suggerito dalla guida dell’ABC, il turista poteva scegliere tra qualche caffè e teatro cittadino o, se in estate, il Giardino Diana, tempio della danza, del Tommy-golf e di altre attrazioni.

Allo scoppio della seconda Guerra Mondiale l’attività della Cooperativa si concentra nella gestione del grande ristorante aperto in via Verdi nel 1935.

Nel 1944 il ristorante viene requisito dal Podestà di Milano per la creazione di una mensa comunale e nel 1945 vive un breve periodo come mensa dei soldati sud-africani a Milano.

Nel 1946 la Cooperativa torna in possesso dei locali di via Verdi che continuano a funzionare sino al 1952.

È di quell’anno l’apertura, in uno stabile nuovo di via Verziere, presso largo Augusto, del nuovo e più moderno Ristorante a prezzi fissi che durerà sino al 1973. Milano e l’Italia sono cambiate e la formula dell’ABC ha dovuto lasciare spazio alle innumerevoli tavole calde e self-service nate in città. Nello stesso 1973 infatti la Società Cooperativa confluisce nell’Unione Femminile Nazionale che dal 1917 con la sua presidente ed alcune socie era stata parte attiva nella gestione del ristoranti.