Cucine economiche

Mense

Sede
Cucine economiche di via Monte Grappa (1883 - 1970)

Non è la carità che qui si riceve, ma bensì la generosa ospitalità del Popolo Italiano. Avanti, sempre avanti, è così che si deve fare il bene.

Così scriveva lo spagnolo Angelo Corradini sul libro del pubblico istituito negli anni trenta del Novecento.  Costruite nel 1883 su progetto dell’architetto Luigi Broggi per conto dell’Opera Pia Cucine Economiche, nacquero dalla volontà di un gruppo di cittadini di offrire pasti a prezzi calmierati a operai e famiglie non abbienti. Primo presidente fu il conte Lodovico Melzi d'Eril.

Alle cucine economiche, Pusterla Attilio di Porta Nuova, post 1887, Milano, Polo Arte Moderna e Contemporanea, Galleria d'Arte Moderna

L'edificio, ancora oggi esistente, sorse in un luogo nevralgico della città, a due passi dal Naviglio Martesana e in un quartiere dalla forte presenza operaia dovuta alla vicinanza delle fabbriche dell'Elvetica e della Pirelli di Ponte Seveso, e agevolata anche dalla prossimità della ferrovia. Non era la prima cucina popolare, un'altra istituzione simile, la Cucina per gli ammalati poveri di Via Anfiteatro 16, era stata infatti aperta da Alessandrina Ravizza nel 1879; questa iniziativa le era valso il soprannome di "Contessa del brodo".

L'edificio delle Cucine economiche venne acquistato nel 1887, grazie alla generosità di diversi oblatori, dal Regio Demanio, che ne deteneva la proprietà. Al suo interno tutto era stato progettato per essere il più funzionale possibile per lo scopo prefissato: il deposito dei cibi era situato nei sotterranei, mentre il piano terra era dedicato alle attività di preparazione e distribuzione dei pasti, con 160 coperti, con un forno per la vendita del pane a prezzi modici. Il piano superiore era invece destinato all’alloggio del custode e agli uffici amministrativi. Il Consiglio che amministrava l'Ente era costituito da 15 membri, designati per un terzo dai costitutori dell'Ente stesso, per un altro terzo dall'Amministrazione Provinciale, e per il restante dal Comune di Milano.

Seduti a tavola

Le Cucine erano aperte tutto l'anno tranne i festivi, dalle 8.00 alle 14.00 e dalle 17.00 alle 20.00. La distribuzione dei pasti avveniva tramite denaro contante, marche o buoni pasto.

Menù delle Cucine economiche del 1906 (Milano benefica e previdente, Leone Rossi, 1906)

La maggioranza degli avventori erano manovali, operai, merciai, ed in generale chi proveniva dalle campagne milanesi in cerca di lavoro. La mensa era frequentatissima, tanto che il Comitato decise di aprire succursali in diverse zone industrial: via Vallone, via Maddalena, Conca Fallata, P.ta Vittoria, via Fontana, che però furono chiuse in breve tempo. A partire dagli inizi degli anni venti si assistette ad un lento e progressivo declino delle presenze e delle porzioni servite, che passarono rispettivamente da 121.767 per una media giornaliera di 422 del 1923, fino a 56.859 con una media di 197 al giorno nel 1929. Questo portò l'Ente a rinnovare tutte le strutture con una chiusura temporanea di sei mesi nel 1930. 

Dagli anni ’70 le Cucine Economiche non hanno più l’originaria funzione di mensa e oggi, in seguito ai recenti lavori di restauro per l’adeguamento a centro polifunzionale, ospitano diverse attività socio-culturali. In particolare, ospitano il Centro Socio-ricreativo per Anziani dei Servizi Sociali del Comune di Milano, mentre il grande refettorio è usato come salone delle feste.

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