Le iniziative Cariplo in favore dell'emigrazione
Le iniziative Cariplo in favore degli emigranti italiani
“Milano - Chiasso – Luxemhourg – Bruxelles - Qostende: un treno lungo, che sembra non debba mai finire, gremito sino all'inverosimile. È fermo da molto tempo sullo stesso binario e non si decide a partire, anche se il poco spazio ai finestrini viene oramai conteso da decine e decine di persone che si accalcano, salutano, sorridono, a volte piangono. Un giovane sotto la pensilina, appollaiato su una catasta di valigie sconnesse e sgangherate, consuma in silenzio la sua colazione di pane. Accanto a lui una donna accarezza una bimba e trattiene a stento le lacrime.”
Così un articolo dell'house organ della Cariplo introduceva il discorso sulle sovvenzioni alle iniziative per gli emigranti che la Cassa promosse già dagli albori e che regolarizzò in via continuativa, con erogazioni benefiche costanti dal 1946, quando, con l'istituzione del «Fondo della Repubblica», gli emigrati della zona d’azione della banca poterono beneficiare di tangibili aiuti, attraverso un fondo di alcuni milioni che la Cassa stanziò in loro favore.
Le Giornate dell’emigrante
In collaborazione con i Comitati diocesani di emigrazione, con la Charitas ambrosiana e con il Centro provinciale di emigrazione, l’azione andò facendosi via via più diretta e capillare, sino a tradursi nell'iniziativa che consentì, durante le «Giornate dell’Emigrante», di soddisfare i desideri dei connazionali più meritevoli, consentendo loro di svolgere un breve soggiorno in patria. Tramite le missioni cattoliche all'estero venivano trasmessi alla Cassa un centinaio di nominativi di emigrati italiani distintisi per attività morali e buon esempio, che in occasione della prima domenica d'Avvento di ogni anno facevano ritorno a Milano con le spese di viaggio e di soggiorno coperte interamente con i fondi di beneficenza Cariplo. Questa banca voleva mantenere quel legame fraterno con la madre patria per non farli sentire degli esiliati. Ogni anno in quella giornata veniva preparato un banchetto alla cui tavola si sedeva il Presidente dell'istituto di credito, sua moglie, i migranti e le loro famiglie. Nel corso della festosa riunione, veniva consegnato a ciascuno un libretto di risparmio, dono dell'istituto. Per realizzare tutto ciò la Cariplo collaborò con il Centro nazionale migrazione e con la Società Umanitaria, che organizzò un corso di formazione ed assistenza a beneficio degli emigranti lombardi. Furono anche istituiti dei "Corsi per consiglieri di emigrazione" organizzati a Sirmione (e poi a Gargnano) a cura della Società stessa con beneficio della Cassa di Risparmio e attraverso un finanziamento del Fondo della Repubblica. Il corso si proponeva, appunto, di formare veri e propri consiglieri per l'emigrazione.
Lo studio di iniziative nei posti dove risiedevano gli emigrati

Con contributi Cariplo furono acquistati dei libri per le biblioteche circolanti degli emigranti e spediti in cassette nei paesi d’Oltralpe.
Nel 1955 fu distribuito fra gli italiani residenti all'estero per motivi di lavoro il volume «La nostra Patria», a cura della Cassa con un ex libris che recitava "Offrendo questo volume la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde intende recarti, fratello emigrato, un ricordo della Patria lontana che è gelosamente orgogliosa di tutti i suoi figli, ovunque essi operino con l'impulso generoso del loro cuore di italiani". L'obiettivo che il libro si proponeva di raggiungere era quello di mantenere vivo l'amore per la patria, nonostante fosse lontana. Ricco di nozioni elementari di cultura generale e scolastica, integrato da numerose notizie storiche e geografiche sul nostro paese, il volume ebbe un notevole successo. La lettura di esso servì a tenere vivo negli animi dei lavoratori lontani, l'affetto per le cose forzatamente e momentaneamente abbandonate. Le lettere di ringraziamento che l'Istituto ricevette da missioni cattoliche, da giornali, dalle ambasciate, dagli stessi emigranti, non furono che alcuni tra gli attestati di simpatia che questo volume ricevette. Queste consuetudini furono portate avanti sino al 1956, quando si cercò di organizzare iniziative più pregnanti per eliminare il crescente disagio morale e materiale dei nostri compatrioti. Il dottor Manzoni, allora dirigente il Servizio beneficenza dell'ente si recò anche in Svizzera per studiare la possibilità di una assistenza diretta più appropriata ai reali bisogni degli esuli. A partire da questa esperienza, si crearono degli assegni speciali per rimesse di lavoratori italiani all'estero, con i quali la Cassa di Risparmio permetteva ad ogni emigrato di trasmettere in maniera rapida e sicura, e con una spesa irrisoria, la somma destinata ai familiari, esigibile presso tutti gli sportelli bancari italiani ed esente da qualunque trattenuta.
Persone collegate
