Linda Malnati

Scheda redatta da Arturo Colombo

Milano, 19 agosto 1855 - Blevio (Como), 22 ottobre 1921

Esponente di spicco del socialismo e del movimento emancipazionista milanese, Linda Malnati (classe 1855) svolse una multiforme ed instancabile attività nel campo assistenziale, editoriale, politico e sindacale, sempre nel segno della tutela dei diritti della donna e dei bambini.

Maestra delle elementari dal 1875, fu educatrice appassionata e prolifica autrice di testi scolastici, prestando la sua opera di insegnate anche nella scuola-laboratorio annessa al reparto ospedaliero sifiliatrico (situata prima in via Lanzone, poi in via Pace e, dal 1915, intitolata ad Alessandrina Ravizza), in cui si offriva insegnamento gratuito alle giovani donne costrette dalla malattia ad una lunga degenza. Tanta fu la dedizione profusa nel magistero, quanta la sofferenza causata dall’ingiusta sospensione dall’insegnamento ricevuta in seguito alla sua partecipazione ai moti del ’98, a cui la Malnati reagì rivendicando la propria libertà di pensiero:

“Ventitré anni e mezzo di onorato servizio – la scrupolosa cura di non portare le mie idee politico-sociali nel sereno ambito della scuola non valsero a salvarmi dalla condanna pel delitto di pensare a modo mio, fuori di scuola”.

Reintegrata tre mesi dopo, grazie al cambiamento della giunta comunale, ella non volle accettare nessun risarcimento economico, paga di poter tornare a svolgere la sua professione.

Le iniziative per la Camera del Lavoro

Impegnata anche sul fronte delle lotte sindacali per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro degli insegnati, fu promotrice sia della sezione femminile presso la Camera del lavoro (1891), sia della sezione maestri e maestre (1893), battendosi per la parità retributiva tra generi e organizzando nel 1903, insieme a Carlotta Clerici, sua inseparabile compagna di lotta e di vita, il I Congresso delle maestre elementari. Non da meno il suo impegno per l’istruzione pre-scolastica (fu una delle prime assertrici della necessità di trasferire le competenze degli asili d’infanzia dalle Opere Pie allo Stato, svincolando tale servizio da un ottica di pura beneficienza) e per l’educazione degli adulti (appoggiando con entusiasmo il progetto dell’Università popolare milanese in qualità di membro del Comitato direttivo).

L'attività giornalistica

Presenza costante nella stampa periodica di area socialista, progressista ed emancipazionista, fu firma prestigiosa di numerosi periodici: dall’“Avanti!” a “La Coltura Popolare”, da “Vita femminile”, di cui fu direttrice con Emilia Mariani, a “La difesa delle lavoratrici” (il giornale fondato da Anna Kuliscioff), firmando nel 1906 anche un numero unico intitolato “Pro suffragio Universale” per rivendicare il diritto al voto delle donne.

Nonostante i numerosi contrasti sorti tra il movimento emancipazionista, trasversale ai partiti politici, e alcuni dei dirigenti del partito socialista, che furono in talune fasi anche ferocemente avversi alle “femministe borghesi”, Linda Malnati riuscì a portare avanti per tutta la sua vita questa doppia militanza, come ben ricordò anche Emilio Caldara, il quale scrisse per la commemorazione della maestra milanese:

“il magnifico prisma, dalle varie faccettature, che insieme riassume e distingue le opere di Linda Malnati, irradia sempre luce socialista. Maestra, letterata, oratrice, combattente nelle lotte politiche, amministratrice; fattrice costante di opere buone, organizzatrice classista e suscitatrice di benefiche iniziative borghesi, Linda Malnati fu sempre socialista nel senso più alto e più puro”.

Le opere assistenziali

Impressionante il numero di opere assistenziali in cui la Malnati operò, quasi sempre senza percepire alcun compenso, ma prodigandosi con spirito di abnegazione in quella che fu una forma di volontariato civile perpetuo: presenza costante nella Lega per la tutela degli interessi femminili, fondata nel 1881 da Anna Maria Mozzoni, ne assunse la Presidenza nel 1896 e proprio in qualità di delegata della Lega entrò a far parte del consiglio d’amministrazione della Congregazione di Carità; prima donna a ricoprire, dal 1894, la carica di consigliere della neonata Società Umanitaria, lavorando, insieme ai consiglieri Zavattari e Castiglione, nella II Sezione dedicata allo studio per l’apertura della Casa di Lavoro ed erigendo il primo studio intorno alle problematiche ad essa connesse; fu a fianco di Ersilia Bronzini-Majno e delle altre donne emancipazioniste nella fondazione del Comitato contro la tratta delle bianche e collaborò costantemente con l’Asilo Mariuccia, segnalando molte fanciulle bisognose di essere ricoverare nell’Istituto; consigliera dell’orfanotrofio Stelline, ne divenne amministratrice dal 1914-1920 e fu la fondatrice dell’Istituzione “Casa e Famiglia” per le orfane; intransigente pacifista, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, si prodigò in qualità di vice-presidente dell’Ufficio III istituito dalla Giunta Caldara nell’assistenza alle famiglie dei richiamati e dei profughi.

Continuando l'opera di Alessandrina Ravizza

All’indomani della scomparsa della Ravizza, la Società Umanitaria pensò immediatamente a lei per il posto di direttrice della Casa di Lavoro, ma la Malnati si affrettò a rispondere di sentirsi indegna del paragone.

“La cosa mi commuove e mi onora, ma è semplicemente assurda. Nessuno deve e può sostituirsi alla Ravizza, perché nessuno possiede le qualità d’ingegno e di cuore, di illuminata attività, di sconfinato amore pei vinti della vita che facevano di lei una vera istituzione. Io non so neppure immaginare una persona seduta al Suo posto, intenta nel Suo lavoro: se ci fosse una che lo presumesse, sarebbe semplicemente indegno di Lei”.

Accettò invece di dare il suo contributo per la Casa di Lavoro a patto di dividerne l’onere insieme alle più strette amiche della Ravizza (Adelia Alessi, Luisa Vacchelli, Bambina Venegoni, Sima Pizzorno Eighenson, Lavinia Mondolfo, Gemma Cenzatti, Teresa Beretta Ornaghi, Rebecca Calderini Berettini, Antonietta Martinazzoli - figure citate nella rivista “L’Umanitaria” del 28 febbraio 1915) e rifiutando ostinatamente qualsiasi retribuzione.

Nel 1921, essendo gravemente ammalata, si ritirò a Blevio, in provincia di Como, dove mori all’età di 66 anni.

 

(L'illustrazione in calce è stata realizzata da Gastone Mencherini)

 

NOTE

Le citazioni sono tratte da: Linda Malnati, "Scritti vari", a cura di Aquilino Moro, Editrice Libraria Italiana, Milano 1922.

Altre informazioni sulla figura di Linda Malnati e, più in generale, sul movimento emancipazionista milanese di inizio ‘900 in:

"Dizionario biografico delle donne lombarde (568-1968)", a cura di Rachele Farina, Milano 1995; Emma Scaramuzza, "La maestra italiana fra Otto e Novecento. Una figura esemplare di educatrice socialista: Linda Malnati", in "Cultura, istruzione e socialismo nell'età giolittiana", a cura di Lino Rossi, Milano 1991; Annarita Buttafuoco, "Le Mariuccine. Storia di un'istituzione laica. L'asilo Mariuccia", Milano 1985; Fiorenza Taricone, "L'associazionismo femminile in Italia dall'Unità al fascismo", Milano 1996; Luciana Capezzuoli e Grazia Cappabianca, "Storia dell’emancipazione femminile", Roma 1964.