Monumento_Specific è un progetto di ricerca artistica incentrato sul vissuto urbano dei monumenti a Milano.
Per MilanoAttraverso Monumento_Specific focalizza la sua ricerca su 6 monumenti di altrettanti personaggi storici, che hanno rappresentato una forte volontà di trasformazione del contesto sociale sul tema dell’accoglienza.
Come creare immagini e situazioni in grado di sviluppare un rapporto empatico con il tema e la pratica dell’accoglienza oggi?
La ricerca artistica indaga come questi monumenti diventano spazi di relazione in grado di accogliere o respingere i cittadini. In questo scenario i monumenti divento luogo di accoglienza, non solo per la storia del personaggio che evocano, ma per la forma e il rapporto sensibile che suscitano in chi li approccia.
Monumento_specific è un progetto di Simona Da Pozzo (Artista ricercatrice di Ex-Voto Association for Radical Public Culture) ed Alvise Campostrini/Alessandro Manzella (attori e autori de LeCompagnieMalviste)
Monumento a Beccaria
La statua in bronzo raffigura il giurista milanese in posa con la mano sinistra sulla schiena e tra le dita tiene un foglio. La mano destra sul petto.
La figura sgomita un po’.
Tre libri ai piedi dell’umanista: (su uno di questi si può leggere: FILOSOFIA)
Una base di 30 cm circa di spessore termina l’opera.
La statua è posta su due piedistalli di pietra.
Il 1° piedistallo è un rettangolo alto 1,3 m circa.
Su ognuna delle 4 facciate è riportato un inciso.
Dietro (lato B della statua) è riportata la scritta: “INAUGURAZIONE 19 MARZO 1971”
Ai fianchi sono riportate le date di nascita [15/03/1738], decesso [28/11/1794] e sul davanti a caratteri maiuscoli il nome e il cognome dell’economista.
Tra i due parallelepipedi i bordi di entrambi si allargano come in un abbraccio giocoso.
Il 2° piedistallo è alto circa 3 m.
Ci sono 2 nicchie in marmo con inciso:
Nicchia A _ ITALIANI E STRANIERI ERESSERO AUGURANDO CHE IL VOTO 13 MARZO 1865 DELLA CAMERA DEI DEPUTATI PER L’ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE SIA TRADOTTO IN LEGGE.
Nicchia B _ … SE DIMOSTRERÒ NON ESSERE LA PENA DI MORTE NÉ UTILE NÉ NECESSARIA. AVRÒ VINTO LA CAUSA DELLA UMANITÀ, Dei delitti e delle pene, 1764.
Due rilievi in bronzo decorano la struttura:
nel primo c’è anche un gufo, dei libri e un teschio;
nel secondo c’è la libertà seduta con la fiaccola accesa.
3 gradoni di 24 cm caduno [72 cm] aprono su uno spazio circolare di circa 20 m².
Quest’area è chiusa da una cancellata in ghisa alta 1,22 m x 24,48 m di lunghezza.
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Alla base dello steccato giragira c’è un’aiuola di circa 40 m².
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Una fontana e 4 faretti per l’illuminazione notturna si inseriscono in questa architettura.
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Oltre, il paesaggio si impreziosisce di 10 panchine, 10 alber[ell]i e 5 bidoni della spazzatura.
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Lo spazio pedonale, chiuso al traffico dopo il rifacimento della piazza (Aprile 2017), è accogliente e frequentato.
Le persone si accomodano in questo salotto milanese all’aria aperta.
Si mangia, si telefona, si bacia, si parla, si legge e si riposa.
Ma il rapporto con il Beccaria è quasi nullo.
È proprio la cancellata a creare la maggior distanza e separazione: anche allungandosi è impossibile toccare il monumento.
Le panchine sono prese d’assalto nelle belle giornate.
Gruppi di amici, coppie e gente al telefono approfittano delle sedute per conversare animatamente.
Beccaria è per lo più ignorato, anche se la situazione è migliorata notevolmente: fino all’anno scorso era al centro di una rotonda adibita alla circolazione dei veicoli.
Ora dopo tanto rumoroso silenzio il Beccaria ha deciso di riprendere la parola. Infatti con l’ausilio di un microfono e di un paio di cuffie ha registrato una serie di tracce audio, che alleghiamo a questo testo.
Prospettiva storica
Monumento a Cesare Beccaria, 1868-1871
Scultore: Giuseppe Grandi (Ganna, 1843 – 1894)
Milano, Piazza Cesare Beccaria
Statua in bronzo (m. 3,35 di altezza), piedistallo in granito di Montorfano (m. 6,70), bassorilievi in bronzo, targhe con epigrafi in marmo di Carrara, zoccolo quadrangolare in pietra, ringhiera in ferro battuto
Nel 1865, in parallelo con il primo centenario della pubblicazione del volume Dei delitti e delle pene, viene approvata in Parlamento la legge che regolamenta l’abolizione della pena di morte. Nello stesso anno un comitato, di cui fanno parte uomini politici (Bettino Ricasoli, Francesco Crispi), artisti (Domenico e Gerolamo Induno) e celebrità (Garibaldi, Victor Hugo), promuove una pubblica sottoscrizione per l’erezione di un monumento a Cesare Beccaria con il sostegno del Comune di Milano che finanzia le spese per il basamento e la posa in opera. Raccolte poco più di 25.000 lire, nel 1868 il comitato indice un concorso nazionale tra scultori, vinto da Giuseppe Grandi. Il monumento viene posizionato significativamente nello slargo antistante l’antico Palazzo del Capitano di Giustizia poi sede del Tribunale Civile e Correzionale; l’inaugurazione avviene il 19 marzo 1871.
Nel 1914 la statua, originariamente in marmo, viene rimossa per ragioni di conservazione e per iniziativa dell’architetto Luca Beltrami sostituita con una fusione in bronzo. Il marmo viene custodito tra le raccolte della Galleria d’Arte Moderna, ubicata prima al Castello Sforzesco, poi alla Villa Reale in via Palestro; da ultimo trova una collocazione definitiva nel nuovo Palazzo di Giustizia di corso di Porta Vittoria. I depositi della Galleria d’Arte Moderna conservano il modello in gesso della scultura e una versione in bronzo di piccole dimensioni, di cui Grandi, per ragioni commerciali, aveva realizzato diversi esemplari.
In allusione alla stesura di Dei delitti e delle pene, Beccaria è rappresentato in piedi in atto di riflessione, mentre tiene nella mano destra una penna e nella sinistra, piegata dietro la schiena, alcuni fogli. I bassorilievi in bronzo sul basamento raffigurano allegorie del Tempo, che con un ampio gesto del braccio distende un velo sulle miserie del passato e la Civiltà, seduta tra i simboli della giustizia (bilancia, spada, palma).
Credits. Immagine Beccaria: Simona Da Pozzo. Testo “Monumento a Beccaria”: Alvise Campostrini