Attiva nel movimento di emancipazione femminile di fine Ottocento e nella riforma dell’assistenza sociale rivolta alle donne.
Di famiglia benestante, Edvige Gessner nacque a Milano da padre zurighese e madre veneziana di origine francese. Di salute cagionevole, fu affidata alle cure dell’istituto di Romanshorn diretto da Roberto Zollikofer, un pedagogista svizzero innovatore nel campo dell’istruzione femminile.
Si dedicò fin da giovanissima ad attività di beneficenza laica: la Società svizzera di beneficenza, la Baliatica, l’Istituto dei rachitici, gli Asili di Porta Garibaldi.
Conobbe Ersilia Bronzini Majno nel 1888 alla Guardia ostetrica fondata da Luigi Mangiagalli e altri medici, dove lavoravano entrambe come volontarie nella assistenza delle gestanti povere che avevano bisogno di cure prima, durante e dopo il parto. Dall’esperienza della Guardia ostetrica nacque in seguito l’Asilo per le madri povere legittime “Regina Elena”.
Negli stessi anni fu con Ersilia Bronzini Majno artefice del rinnovamento della Associazione generale delle Operaie fondata da Laura Solera Mantegazza, voluto anche in contrasto con il gruppo dirigente per facilitare l’accesso delle operaie alle cariche.
In questo clima si andò sviluppando il progetto di unire in una sola sede tutte le organizzazioni femminili e femministe operanti a Milano, disperse dalla repressione dei moti del 1898. Edvige partecipò alla genesi dell’Unione femminile. A lei si deve il progetto di una “Casa dell’Unione femminile”, che la prematura scomparsa le impedirà di vedere realizzato. Il marito, il banchiere Arturo Vonwiller, fu nel 1899 tra i sottoscrittori del manifesto programmatico dell’Unione ed uno dei finanziatori dell’organizzazione.
Insieme al marito, Edvige aveva sostenuto anche la cattolica Pensione benefica per giovani lavoratrici.
Bibliografia e fonti
Archivio famiglia Majno, Archivi dell’Unione femminile nazionale
Rachele Farina (a cura di), Dizionario biografico delle donne lombarde 568 – 1968, Baldini&Castoldi, 1995