Patriota democratico, attivo antifascista, educatore civile, Riccardo Bauer è stato uno di quegli intellettuali che hanno incarnato il principio di “pensiero e azione”: alla fase di analisi ideologica doveva sempre seguire la fase attuativa, di operosità concreta. Funzionario al Museo sociale dell’Umanitaria nel periodo in cui disponeva di un florido apparato organizzativo dedito ai problemi dell’emigrazione (interna ed internazionale), dopo l’esperienza di esponente di spicco dell’antifascismo con Giustizia e Libertà, e gli anni passati tra carcere e confino, nel 1945 Bauer fu il “rifondatore” della Società Umanitaria – di cui fu Presidente fino al 1969 -, rilanciando il suo ruolo nel campo dell’assistenza, dell’educazione, del lavoro.
Fin dal suo insediamento, una parte del suo impegno lo dedicò al problema dell’emigrazione, ricostituendo un servizio apposito, “Il Bollettino Quindicinale dell’Emigrazione”, specializzato nel reperire tempestivamente tutte le notizie più significative riguardanti i nostri connazionali all’estero. Con un gruppo di corrispondenti fissi (da Roma, Argentina, Belgio, Svizzera, Cecoslovacchia) e una vasta selezione di stampa straniera specializzata nei problemi del lavoro, la rivista divenne presto un osservatorio privilegiato con notizie, istruzioni e disposizioni ufficiali che – accuratamente selezionate e verificate – assicurava la propria assistenza a chi era costretto ad espatriare in cerca di un’occupazione, evitando che finisse in balìa di speculatori e “negrieri d’ogni risma” (come scriveva nel 1947). Oltre alle novità in materia di legislazione (norme sull’espatrio, lavoro all’estero, tipologia dei contratti, ecc), infatti, il “Bollettino” condannò la gravissima piaga dei “reclutamenti illeciti” (nel 1948 gli “illeciti” si aggiravano sulle 60.000 unità) e fece da pungolo nel fervente dibattito del dopoguerra, contribuendo a dettare le linee guida della legislazione in materia e condannando sistematicamente quei paesi (Svizzera e Francia in primis) rei di discriminazioni verso i nostri connazionali all’estero.